Una questione intrigata che ha avuto origine nel 2010. Soltanto oggi – venerdì scorso per l’esattezza – è iniziato il processo per la maxi truffa legata alle case in cooperativa della nuova zona residenziale Eschieto, a Nettuno, che ha coinvolto, loro malgrado, un centinaio di famiglie. Quello che inizialmente sembrava un affare, come l’acquisto di una casa in cooperativa, si è pian piano trasformato in un incubo finito al vaglio della magistratura. Tutto ha inizio nel 2010 quando vengono assegnate le case che una serie di acquirenti hanno acquistato in zona 167, realizzate dal consorzio cooperative edilizie nettunesi. Subito un primo problema, che si presenta in relazione alla differenza tra il prezzo concordato e quello realmente pagato, rivelatosi più alto. Poi il frazionamento del mutuo e la firma di una fidejussione che gli acquirenti sono costretti a depositare, a garanzia di eventuali debiti. Infine l’amara scoperta, nel 2011, di debiti e pignoramenti in atto. Debiti che il Consorzio non aveva pagato, per un importo pari a 293.000 euro, con i soci costretti a prendere dei consistenti prestiti per tutelare la loro proprietà. Non è finita qui: nel frattempo uno degli appartamenti ipotecato dai soci viene ceduto in circostanze non chiare ad un’altra persona, facendo scaturire un’altra denuncia. Su tutta la vicenda pende anche il problema delle opere di urbanizzazione, dato che nella quota di acquisto delle case erano inclusi anche 15mila euro per strade, illuminazione e fognature su via Tagliamento. Se non si fosse scoperto, poco dopo, che il consorzio aveva garantito la fine delle opere attraverso una fidejussione inservibile. Altro nodo che la magistratura dovrà chiarire.