Una battaglia lunga dieci anni, rimasta senza vincitori. I residenti di via Risorgimento, a Nettuno, non sanno più a quale santo fare voto per risolvere il problema della sicurezza lungo quella strada infernale. Una piccola traversa a senso unico che collega via di Santa Barbara a via Romana, dai marciapiedi impraticabili, sconnessi ed in alcuni punti allo stesso livello della strada, dove ogni giorno è un pericolo e dove la sosta selvaggia è la regola. La crociata dei resideni ha inizio nel 2007, con una prima richiesta di intervento indirizzata alla Polizia Locale. L’allora comandante Giorgio Tomassetti fa sapere che pur consapevoli del disagio “la regolamentazione stradale su via Risorgimento è ritenuta la più idonea possibile e non è possibile ipotizzare alcun cambiamento se non potenziando la segnaletica di indicazione”. Per quanto riguarda la sosta selvaggia si consiglia ai residenti di installare a proprie spese dei salvapedoni. Detto fatto, ma il problema persiste. La strada è troppo stretta, i marciapiedi (se tali si possono definire) sono fuori … I residenti tornano a prendere carta e penna e scrivono ai commissari prefettizi, è il 2008, al prefetto di Roma, alla Procura. “Via Risorgimento è quasi priva di marciapiedi – si legge – che si presentano impraticabili. La segnaletica stradale è carente, la sosta è selvaggia ed ostruisce il passaggio ai mezzi di soccorso”. Anche questa lettera finisce a vuoto. Arriviamo al 2009: una residente torna a segnalare, scrivendo stavolta al sindaco Alessio Chiavetta. “Dopo tanti ed inutili tentativi sono arrivata a credere che siano stati solo una perdita di tempo, con il classico scarica barile. Mi sono sempre sentita rispondere che il Comune non ha soldi, i
segnali costano ecc. A quel punto mi sono rivolta all’assessore Cianfriglia. Tanti buoni propositi, ma solo parole. A quel punto mi sono rivolta al dottor Andolfi e stesso scenario. Ho scritto a Striscia, Le Iene, non so più a chi rivolgermi”. Il sindaco stavolta si degna di rispondere. “Le competenze di tali questioni sono state affidate all’area Lavori Pubblici. Ho pertanto inoltrato la sua segnalazione all’assessore Baldetti che si attiverà per risolvere il problema”. Poi il nulla, tra ulteriori lettere alle istituzioni e mai nessun intervento per la messa in sicurezza della strada. Nel 2015 i residenti, imperterriti, tornano a scrivere al comune e stavolta, perlomeno, dalla polizia locale arriva una risposta ufficiale in merito con data 30.05.2015: “Effettivamente i disagi lamentati risultano essere evidenti in quanto la via ha dei marciapiedi di dimensioni ridotte e sconnessi in più parti. Appare necessario un intervento per la messa in sicurezza”. I lavori prospettati comprendono la realizzazione di marciapiedi laterali con dimensioni aderenti alla normativa vigente; rifacimento del tappetino di asfalto con riduzione della sede stradale a disposizione per il transito dei veicoli (metri 3 di lunghezza) e collocazione di opportuni sistemi di protezione per il transito pedonale e dei diversamente abili”. Belle intenzioni, anche stavolta rimasta sulla carta. I residenti sono stanchi, tra rimpallo delle responsabilità e promesse finite al vento. Da quando via Gorizia è stata interdetta al traffico per la presenza di un palazzo pericolante, la situazione sulla vicina via Risorgimento è peggiorata. Quanto ancora si dovrà attendere prima che qualcuno ascolti i residenti? Dieci anni di promesse non sono bastati?