Le intercettazioni alla base delle accuse della Procura a Pitò

Emergono i dettagli sull’inchiesta che ha portato in carcere l’ex assessore Mario Pitò e un funzionario della motorizzazione

Mario-Pitò
Mario-Pitò

250 euro per far superare l’esame pratico utile all’ottenimento della patente di guida a ogni candidato, pattuita all’interno di un’autovettura sottoposta a intercettazione. È stata questo il fatto che ha dato il via alle indagini a carico di Mario Pitò – 45enne politico (ex assessore ed ex consigliere comunale) e assistente capo della polizia di Stato in forza alla Questura di Latina, ritenuto l’amministratore “di fatto” di due autoscuole di Pomezia e Nettuno – e Antonio Pizzi – 53enne romano e funzionario della Motorizzazione civile di Roma -, entrambi arrestati ieri per diverse ipotesi di reato.

I dialoghi tra Pitò e Pizzi, in particolare, sono stati intercettate all’interno dell’auto privata di Pitò, il cui l’ambiente era “ascoltato” per disposizione della Procura di Latina in merito ad un’altra inchiesta. Secondo la ricostruzione del PM Corinaldesi, condivisa dal GIP di Velletri Muscolo, è proprio all’interno della vettura privata di filo che sarebbe avvenuto l’episodio corruttivo. Dapprima l’accordo tra i due sul prezzo da corrispondere per ogni per ogni esaminando promosso, 250 euro- poi, la constatazione che almeno uno degli aspiranti patentati non fosse all’altezza del superamento dell’esame, con tanto di timori da parte dell’esaminatore: “ragà, non mi fate passare i guai… questi ammazzano la gente, vengono a cercare a me….“. Infine nonostante questo arriverebbe il pagamento della somma stabilita per il superamento degli esami e come sostenuto dagli inquirenti grazie all’intercettazione telefonica tra Pitò e una terza persona, la costatazione che tutti e sette i candidati, nonostante nessuno fosse “bono a guidà” ossia capace di condurre un’auto, abbia passato l’esame pratico conseguendo la patente. Dai dialoghi ascoltati la Squadra Mobile di Latina ha formulato, a vario titolo, le ipotesi di reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici – con riferimento alla falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici -, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative, e per il solo Pitò truffa aggravata ai danni dello Stato.