Una foto pubblicata su Facebook finisce con tre persone convocate dai Carabinieri di Nettuno. E’ una guerra a colpi di esposti quella di cui ha parlato poco fa, in conferenza stampa, il consigliere d’opposizione Claudio Dell’Uomo che denuncia “una situazione incresciosa” e “metodi stalinisti e hitleriani” nell’amministrazione a Cinque Stelle. Dell’Uomo racconta di essere stato convocato dai Carabinieri a seguito di un esposto dell’ex maresciallo Cataldo. Assieme a lui sono stati ascoltati un imprenditore di Nettuno, marito di una dipendente comunale, e un altro consigliere (dei quali in conferenza non vengono fatti i nomi). “Tutto nasce da una foto scattata sotto al comune, giorni fa, e pubblicata su un profilo Facebook che immortalava Cataldo assieme alla Stivaletti, ex condannata per truffa, entrambi nello staff del sindaco Casto, intenti a parlare a lungo in orario di lavoro. Sono stato convocato per chiarire se fossi stato io – specifica Dell’Uomo – a scattarla. Anche qualora fossi stato io, non vedo dove sia il reato, dato che sono un consigliere comunale deputato alla funzione di controllo. Una cosa davvero subdola. Sbagliano se pensano di potermi tappare la bocca sui 30mila euro del parcheggio alla Parkroi, sulla Erika e gli appalti dei rifiuti, sull’incarico dato a D’Aprano dopo che il Comune ha già un suo dirigente vincitore di concorso, sugli abusi di Mancini. Sbagliano di grosso. Non dimentichiamo di quando Casto si rivolse a me in consiglio dicendo che non voleva parlarmi. Sono metodi che appartengono alla politica o si sta usando la divisa anche in altri ruoli? In una società civile questo non è concepibile”. Da parte sua Dell’Uomo ha presentato un altro esposto ai Carabinieri nel quale parla di atteggiamenti intimidatori per il suo ruolo di consigliere. “Tutto questo per colpire un imprenditore di Nettuno e la propria moglie, dipendente comunale. Stanno distruggendo il baseball per colpire, allo stesso tempo, anche Faraone che di quello sport è parte integrante. Non accetto più questo mobbing e questi metodi meschini. Siamo alla frutta”. Dalla vicenda è anche emerso – singolare – che chi ha pubblicato la foto su Facebook non è stato convocato dai Carabinieri né ha ricevuto alcuna denuncia.