I racconti di Ciro Spina: Giuseppe Salvini, una statua al Verano

Da i “Racconti di Porto d’Anzio”: Giuseppe Salvini, una statua al Verano

L'autore Ciro Spina
L’autore Ciro Spina

Nel 1927 il Governatorato di Roma decise di erigere un monumento in ricordo dei caduti del sommergibile Sebastiano Veniero[1], affondato nei pressi di Capo Passero in Sicilia nel corso di un’esercitazione della Squadra Navale Italiana.

Nel 1930, al cimitero Verano di Roma, fu installata una bellissima statua di bronzo dello scultore Publio Morbiducci che, in ricordo del fatto, ritraeva un marinaio.

Lo scultore decise di realizzare l’opera reclutando il modello cui ispirarsi tra i marinai in libera uscita dalle caserme. Un giorno gli occhi dell’artista si posarono su Giuseppe Salvini, un bel giovane anziate alto, scuro di carnagione e con i capelli corvini che, fuori dalla caserma, lavorava come bagnino nella nascente Ostia poiché era un ottimo nuotatore.

Quando Morbiducci propose al ragazzo d’offrirsi disponibile a posare come modello per la sua imminente opera bronzea, il giovane accettò di buon grado, accordandosi sul compenso che doveva ricevere senza chiedere né capire a cosa servisse la scultura. Pochi giorni dopo il bel Giuseppe iniziò a posare per l’artista nell’atto del ‘lancio del sacchetto’, un gesto compiuto dai marinai nel corso delle operazioni di ormeggio delle navi. Terminato il lavoro, la statua fu installata al cimitero del Verano e inaugurata con una solenne cerimonia, cosa che rimase del tutto sconosciuta al giovane.

Anzio antica, molo e veduta del porto
Anzio antica, molo e veduta del porto

Successivamente alcuni portodanzesi in visita al cimitero di Roma, notarono quanto fosse sorprendente la somiglianza del marinaio ritratto nella statua con il loro compaesano Giuseppe Salvini e quando questi si congedò e tornò ad Anzio, fu immediatamente informato di tale curiosa coincidenza.

Così Giuseppe, intrigato dalla diceria che lo riguardava, fece appositamente una visita al Verano. Con sommo stupore riconobbe la scultura dell’artista Morbiducci per la quale aveva fatto da modello anni prima. La vicenda divenne un fiore all’occhiello dei suoi discorsi per tutta la sua vita.

[1] Sommergibile della Regia Marina che affondò accidentalmente, speronato in fase d’immersione dal mercantile Capena il 26 agosto del 1925, mentre partecipava a manovre navali nelle acque del canale di Sicilia.

 

Questo racconto, pubblicato con l’autorizzazione dell’autore,  è tratto dal libro “RACCONTI DI PORTODANZIO ” di Ciro Spina, edito dall’Associazione Culturale 00042.