Quella del prossimo 25 aprile sarà una Festa della Liberazione che, ad Anzio, verrà ricordata per sempre con la decisione del Sindaco, Luciano Bruschini, di “realizzare e scoprire” una stele di marmo dedicata al portodanzese, Mario Battistini, scomparso nel 2013 ad ottantanove anni, Medaglia d’Onore per essere stato deportato ed internato per due anni nei lager nazisti. Il 25 aprile, alle ore 11.00, sarà deposto un omaggio floreale sulla tomba di Battistini ed alle ore 11.20, in Via Padre Lombardi, in quella che era la sua abitazione di famiglia dove oggi risiede sua figlia Grazia, sarà “scoperta” dal Sindaco, Luciano Bruschini e dalle figlie Nives e Grazia, sulle note intonate dalla Corale Polifonica e dalla Banda Musicale Città di Anzio, la stele di marmo che la Città di Anzio dedicherà al “partigiano della memoria storica”.
“Sono legato a Mario Battistini, uomo vero ed innamorato oltre ogni misura della nostra bella Anzio, da tanti ricordi – afferma il Sindaco, Luciano Bruschini – tra i quali la singolare <presentazione del suo progetto per il nuovo Porto>, l’impegno quotidiano al Museo dello Sbarco, l’appassionato contributo sociale e politico, l’ardore con il quale difendeva la storia e le tradizioni di Anzio ed i suoi interventi <non istituzionali e fuori programma>, che ho sempre accolto con piacere, nelle celebrazioni istituzionali della Festa della Liberazione. Saranno Nives e Grazia Battistini – conclude il Sindaco Bruschini – a scoprire la stele, in ricordo di Mario, che consentirà di mantenere viva la memoria sulla nostra storia cittadina”.
Alle ore 12.00, al Monumento ai Caduti in Piazza Garibaldi, è prevista la consueta celebrazione istituzionale del 72° Anniversario della Festa della Liberazione che sarà dedicata al “partigiano anziate della memoria storica”, Mario Battistini.
“La mia matricola in Marina è 186339 – scrive Mario Battistini in alcuni passi del suo lungo diario <La mia prigione> -, dopo essere stati catturati da una pattuglia di tedeschi il 18 settembre1943, a Venezia, ci hanno chiuso in quaranta dentro ogni vagone. Siamo arrivati a Furstenberg il 21 alle 20.00 e ci hanno messo dentro i capannoni con brande a quattro piani. Era un grande campo di concentramento internazionale con francesi, americani, russi ed italiani tutti divisi tra loro da filo spinato. Il 30 novembre sono arrivato al campo di concentramento di Berlino. La fame era all’ordine del giorno, i pitocchi e le cimici aumentavano sempre di più. Per il rancio ci portavano tre filoni di pane nero, due bacinelle di patate lesse con la buccia e tre panini. Tutto questo veniva spartito sul tavolo facendo trenta mucchietti. Il 21 aprile 1945 i primi colpi di mortaio sono arrivati al nostro campo e sono fuggito verso Berlino . Mi sono fermato al lago di Wannsee, eravamo una cinquantina dentro un rifugio. Eravamo tra due fuochi con i russi che avanzavano. Era una settimana che non mangiavamo. Finalmente l’8 maggio 1945 finì la guerra e tutti a festeggiare. Siamo sati in altri campi di concentramento e smistamento. Finalmente i russi si sono messi d’accordo con gli alleati, il 14 settembre ci siamo preparati per la partenza per l’Italia. Il 22 settembre 1945 sono arrivato ad Anzio, alla stazione ho trovato molta gente e mia zia Peppina… ci siamo abbracciati, un piccolo pianto e ci siamo avviati verso casa. Ho visto mezza Anzio distrutta”.