Libertà di informazione, Un giudice di Torino ha condannato Formigli e la Rai a risarcire con 7 milioni di euro Fiat per aver realizzato un servizio per la trasmissione Annozero

Corrado Formigli

Incredibile sentenza contro la Rai e Corrado Formigli

Il tribunale civile di Torino ha condannato la Rai e il giornalista Corrado Formigli a risarcire con cinque milioni di euro Fiat Group Automobiles. La sentenza si riferisce a un servizio trasmesso da “Annozero” il 2 dicembre 2010 in cui era stata criticata una vettura prodotta dalla casa torinese, la Alfa Mito, in un modo che il giudice Maura Sabbione ha definito “denigratorio”. Fra i convenuti c’era anche Michele Santoro, il quale, però, secondo il magistrato non ha responsabilità. Nel corso della causa civile il giudice ha composto un collegio super partes di periti di cui ha fatto parte anche l’attuale ministro Francesco Profumo, all’epoca rettore del Politecnico di Torino. Fiat Group è stata patrocinata dagli avvocati Michele Briamonte e Marco Carbonaro, mentre le controparti dell’azienda erano assistite dagli avvocati Natalia Ferro e Annamaria Simonotti. (ANSA).
Questa sentenza è un atto di intimidazione nei confronti di chi si azzarda a criticare un prodotto industriale. -Scrive Corrado Formigli su Il Fatto Quotidiano- Nell’era della crisi globale, quando crescita e competitività diventano fattori cruciali per il futuro di un paese, una stampa orientata più ai consumatori che ai produttori è non solo necessaria, ma utile a stimolare le imprese. La domanda è: in Italia questo giornalismo libero di confrontare e criticare un prodotto ce lo possiamo ancora permettere? O questi 7 milioni di euro stabiliscono il limite oltre il quale non ci si può spingere? In Italia, guardando la tv o leggendo le riviste specializzate, tutte le auto sono belle, comode e veloci. Ma è sufficiente guardare un programma della Bbc (per esempio il mitico Top Gear) per rendersi conto di quanto lontano si spinga nel mondo anglosassone la facoltà di critica.
In Italia può esercitare il ruolo di perito indipendente del tribunale chi riceve finanziamenti da una delle parti: nel mio caso è successo per ben due dei tre consulenti indipendenti, i quali hanno ammesso di fronte al giudice che i rispettivi istituti ricevono finanziamenti da Fiat. Eppure sono rimasti tranquillamente al loro posto. Difficile per un giornalista, solo di fronte a questa condanna immensa, immaginare di continuare a esercitare il proprio diritto di critica. Chi parla male di un’auto Fiat, in Italia paga. Questa è la morale, questo deve sapere chi si appresta a fare il nostro mestiere”.