Oggi non dovrebbe essere giorno di riflessione, non era previsto che uscisse questo articolo, ma non potevo, non potevo proprio non scrivere, non dopo quello che è accaduto ieri sera, a Manchester. Proverò ad andare per ordine e respiro profondamente mentre scrivo, cercando di scrollarmi di dosso la rabbia e il disgusto.
Veniamo ai fatti. Siamo a Manchester, dicevamo, all’Arena Manchester per l’esattezza, alle 22.35 circa di ieri, ora locale (in Italia erano le 23.35 circa) al termine del concerto di Ariana Grande, un idolo per i più giovani – lo so bene perché lo è anche per mio figlio. Un’esplosione nell’area della biglietteria. Ieri non era ancora chiaro, ma al momento si sa che è stato un attentato terroristico, opera di un kamikaze. Il bilancio è attualmente di 22 morti e 59 feriti. Al concerto erano presenti 20.000 persone. L’intento era di fare male, dunque, molto male e l‘hanno fatto, di nuovo. In Occidente, certo, e in Gran Bretagna, per di più, un Paese che ha accolto, ospitato, integrato. Ma questo non basta. Non basta come temo non bastino le misure di sicurezza, qualunque esse siano. Si può impedire a un folle, che lucidamente sceglie di essere folle, di compiere una follia? Temo sia molto difficile. Per carità, che un essere senza onore (perché non c’è onore in un atto così vile) sprechi la sua vita me ne frega molto poco, onestamente, ma che porti con sé anche la nostra no, non mi sta bene. Tuttavia non cederò alla provocazione. In queste ore temo sia facile cadere nella trappola dell’occhio per occhio e dente per dente, ma personalmente non lo farò. Non avrete il mio odio, no, ma la mia indifferenza.
Ed è con questa indifferenza che noi tutti, spero, continueremo ad andare ai concerti, a gremire gli stadi, e a viaggiare sui treni. Con la consapevolezza che non c’è esplosione, non c’è minaccia, non c’è paura che possa cambiare il nostro stile di vita. Noi siamo questi, e non cambieremo, sicuramente non perché intimoriti e minacciati, né da voi né da nessun altro: è ora che il concetto sia chiaro, e capirlo sarebbe un bene per tutti, ed eviterebbe lo spreco inutile e insensato di altre vite…le nostre e le vostre.