Per il tentato incendio di un mese fa al Comune di Pomezia i Carabinieri hanno arrestato uno degli esecutori
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati e della compagnia di Pomezia, hanno eseguito un’ordinanza cautelare in carcere, nei confronti di un 43enne, già noto alle forze dell’ordine, originario di Roma e residente ad Anzio, ritenuto uno degli esecutori materiali del tentato rogo presso il Comune di Pomezia.
I fatti risalgono alla sera dello scorso 26 aprile, quando i carabinieri del posto, su segnalazione di alcuni cittadini giunta al 112 Nue, sono stati chiamati per intervenire presso gli uffici del Palazzo Comunale, dove poco prima era stata sentita una forte esplosione. Grazie anche al contributo fornito da alcune testimonianze e dalle
telecamere installate sull’edificio è stato accertato che due malviventi, attraverso una finestra protetta da grate in ferro che si affaccia su via Domenico Guerrazzi, lato opposto all’ingresso principale, avevano cercato di dare fuoco all’immobile usando una vera e propria bomba incendiaria costituita da tre taniche da 5 litri ognuna, contenenti in origine del liquido infiammabile. I due, per appiccare l’incendio, hanno utilizzato una bottiglia contenente liquido infiammabile con uno stoppino in
stoffa sul tappo che, per un probabile errore, ha causato l’esplosione anticipata con la propagazione delle fiamme che, fra l’altro, hanno investito almeno uno degli autori. Infatti, nel corso degli immediati sopralluoghi, sono stati trovati un giubbino, al cui interno c’era pure un telefono cellulare quasi completamente distrutto, e parte di un altro indumento, entrambi deteriorati dalle fiamme.
I fatti risalgono alla sera dello scorso 26 aprile, quando i carabinieri del posto, su segnalazione di alcuni cittadini giunta al 112 Nue, sono stati chiamati per intervenire presso gli uffici del Palazzo Comunale, dove poco prima era stata sentita una forte esplosione. Grazie anche al contributo fornito da alcune testimonianze e dalle
telecamere installate sull’edificio è stato accertato che due malviventi, attraverso una finestra protetta da grate in ferro che si affaccia su via Domenico Guerrazzi, lato opposto all’ingresso principale, avevano cercato di dare fuoco all’immobile usando una vera e propria bomba incendiaria costituita da tre taniche da 5 litri ognuna, contenenti in origine del liquido infiammabile. I due, per appiccare l’incendio, hanno utilizzato una bottiglia contenente liquido infiammabile con uno stoppino in
stoffa sul tappo che, per un probabile errore, ha causato l’esplosione anticipata con la propagazione delle fiamme che, fra l’altro, hanno investito almeno uno degli autori. Infatti, nel corso degli immediati sopralluoghi, sono stati trovati un giubbino, al cui interno c’era pure un telefono cellulare quasi completamente distrutto, e parte di un altro indumento, entrambi deteriorati dalle fiamme.