Maurizio Giannini, affermato autore di romanzi per adolescenti, riesce a farci sognare. E stavolta lo fa traendo spunto da vicende autobiografiche, da storie vere che profumano di gioventù e spensieratezza. “Un’Estate ad Anzio (ed erano gli Anni Sessanta)” è la nuova opera – collana Aracne – dello scrittore romano che verrà presentata il prossimo 29 giugno nella sala Fides della chiesa di Sant’Antonio. All’evento, organizzato dal Comune e dalla Pro Loco Città di Anzio, intervengono Alberto Patelli, il direttore della collana Brigadoon Antonio Lanza, il direttore editoriale Mario Scagnetti e l’autore. Come scrive Lanza, anche protagonista del racconto, Anzio era sinonimo d’estate, ed è proprio Anzio che fa da scenario alle storie di questa comitiva di giovani in villeggiatura, al loro profondo legame di amicizia, ai primi flirt, alle mattinate in spiaggia e ai pomeriggi alla Rotonda a ballare sulle note del juke-box. Giannini non solo mette nero su bianco quei tipici ricordi che strappano un sorriso nostalgico – perché la Anzio di quel periodo purtroppo non esiste più, così come non esiste più quell’Italia – ma ci offre così anche un vivace spaccato sull’Italia dei favolosi anni Sessanta, con un stile fresco e leggero che rende assolutamente godibile la lettura. Nell’epilogo leggiamo: «Se scrivessi un libro sulla nostra comitiva, lo intitolerei Un’estate ad Anzio» afferma il Falco, mentre il vento tenta di strappargli dalla testa il berretto da marinaio che non abbandona mai. E noi non possiamo far altro che ringraziare lo scrittore”.
Maurizio Giannini è nato a Roma. Laureato in Architettura, ha svolto per anni l’attività di insegnante nelle scuole medie. Da oltre trent’anni si dedica alla letteratura, soprattutto rivolta agli adolescenti. Finora ha pubblicato oltre sessanta libri, in gran parte appunto per ragazzi o bambini, alcuni dei quali hanno ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti come il Bancarellino, il Lunigiana ragazzi e il Premio Città di Penne. Il romanzo Un’estate ad Anzio, nella precedente versione edita nel 1986, fu una delle sue primissime opere letterarie ed ebbe un buon successo di vendite e di critica.
Antonio Lanza (direttore della collana Brigadoon) è professore di Letteratura italiana di prima fascia nell’Università dell’Aquila, è uno studioso di letteratura medievale e del Rinascimento. Dirige la rivista «Letteratura italiana antica» (LIA) e «La Parola e il testo» e le collane «I saggi di Letteratura italiana antica» della Cadmo di Firenze, «I Classici italiani», «Orti Oricellari» e «Dantesca» della Aracne (quest’ultima insieme a Guglielmo Gorni e ad Enrico Ghidetti). È consigliere della Società Dantesca Italiana, direttore di «Studi danteschi» e della sezione dantesca de «La Rassegna della letteratura italiana», nonché socio dell’Accademia Parnassòs di Atene. Ha pubblicato i saggi Polemiche e berte letterarie nella Firenze del primo Rinascimento, Roma, Bulzoni, 19892 [1a ed. 1971]; Studi sulla lirica del Trecento, ivi, 1978; Primi secoli, ivi, Archivio Guido Izzi, 1991; Firenze contro Milano. Gli intellettuali fiorentini nelle guerre con i Visconti, Anzio, De Rubeis, 1991; La letteratura tardogotica. Arte e poesia a Firenze e Siena nell’autunno del Medioevo, ivi, 1994; Freschi e minii del Due, Tre e Quattrocento, Firenze, Cadmo, 2002; Spigolature di letteratura italiana antica, Roma, Aracne, 2010; e le edizioni dei Lirici toscani del Quattrocento, Roma, Bulzoni, 1973-1975, 2 tomi; del Paradiso degli Alberti del Gherardi (Roma, Salerno ed., 1975), del Milione di Marco Polo (Roma, Editori Riuniti, 1980), del Trecentonovelle di Franco Sacchetti (Firenze, Sansoni, 19934), delle Vite di Dante e del Petrarca di Leonardo Bruni (Roma, Archivio Guido Izzi, 1987), di tutte le versioni della Novella del Grasso legnaiuolo (Firenze, Vallecchi, 1989), delle Rime di Cecco Angiolieri (Roma, Archivio Guido Izzi, 1990), dei Pellegrini scrittori. Viaggiatori toscani del Trecento in Terrasanta (Firenze, Ponte alle Grazie, 1990), delle Rime di Tommaso Baldinotti (Roma, Archivio Guido Izzi, 1992), del Giuoco d’Amore del Gherardi (ivi, Zauli, 1994), dei Poemetti dello Za (ivi, 1994), della Commedìa di Dante secondo i più antichi manoscritti fiorentini (Anzio, De Rubeis, 19962; del poema aveva curato un commento assieme a Carlo Salinari e a Sergio Romagnoli, Roma, Editori Riuniti, 1980), del Libro de’ ghiribizzi di Giovanni Betti (in LIA, ii, 2001), del Libro di difinizioni di Jacomo Serminocci (ivi, v, 2004), delle Rime del Boccaccio (Roma, Aracne, 2010) e delle Poesie autentiche del Burchiello (ivi, 2010). Per le sue pubblicazioni ha ottenuto nel 1976 il Premio di Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri e nell’ottobre del 2002 il Premio letterario Val di Comino per la saggistica.