Pomezia- Assistenza sanitaria domiciliare a pagamento, De Marco:”pronti ad una class-action”

Il Comune di Pomezia torna a far parlare di sé, dopo le vicende di cronaca che hanno portato agli arresti domiciliari alcuni dirigenti comunali e la tangente di 2500 euro che ha visto coinvolto il consigliere comunale Renzo Antonini del PD, si torna a parlare di politica. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa congiunto a firma di Maricetta Tirrito, coordinatrice intercomunale della fondazione Città Nuove Francesco De Marco, del Movimento buongiorno Legalità, che ha lanciato l’iniziativa.

Dopo i proclami dell’assessore al bilancio che poco tempo fa rassicurava la cittadinanza della buona tenuta finanziaria del Comune di Pomezia, oggi dobbiamo ricrederci allorquando apprendiamo che per fare cassa si chiede ai malati di contribuire al servizio di asssistenza domiciliare. Un grave atto contra legem che ci ha spinti a promuovere una diffida formale nei confronti del Settore V del Comune e chiedere un intervento immediato del Prefetto di Roma e del Ministro.

I FATTI: Pochi giorni fa gli uffici del Settore V del comune di pomezia hanno fatto pervenire a numerose famiglie pometine, e precisamente a quelle che usufruiscono del servizio di assistenza sanitaria, una nota con la quale richiedevano agli interessati di far pervenire entro 15giorni dalla ricezione, il modello ISEE dell’intero nucleo familiare per calcolare, sulla base delle nuove tariffe, il contibuto da applicare.

La richiesta formulata, apparentemente sembra legittima salvo celare una velata minaccia a coloro che nel termine prestabilito non forniscano la documentazione. Ad essi  verrá applicata la somma di contribuzione pari al 100% del servizio cioè 19 euro l’ora. Una enormità se si pensa che un malato affetto da infermità usufruisce di almeno 6 ore settimanali di assistenza che al mese fanno quasi 500 euro.

L’aspetto più grave tuttavia è un altro. Il settore V nell’emettere il dispositivo viola palesemente l’articolo 3 comma 2-ter del Decreto Legislativo 109/98 che prevede in riferimento al reddito (sic) la base di calcolo non deve avvenire in base ai dati finanziari del nucleo familiare ma occorre considerare la situazione economica del solo assistito.

Quindi i destinatari non devono fornire l’Isee del proprio nucleo familiare ma solo quello riferito alla persona che gode del servizio di assistenza. impropriamente quindi il Comune avanza tale richiesta al solo fine di allargare la base di contribuenti e coprire i costi in spregio alla normativa nazionale che costituisce legge quadro di settore.

Si aggiunga che i destinatari del dispositivo sono persone in difficoltà, fasce deboli della società che oltre a lottare quotidianamente debbono anche difendersi da quelle istituzionali che dovrebbero tutelarli. l’enormità del provvedimento è aberrante.

Questo è il motivo che ci ha portato ha presentare formale diffida al Comune ed a richiedere l’intervento urgente del Prefetto e degli uffici di controllo della pubblica amministrazione del sig. Ministro anche perchè non si comprende come un Ufficio amministrativo possa agire oltre la legge spingendosi a violarla.

Inoltre siamo pronti a formare una class action con la partecipazione di tutti coloro che sono stati colpiti dal provvedimento e sin d’ora forniamo la massima disponiblità a seguire  gratuitamente i vari casi.

Invitiamo tutte le famiglie che usufruiscono del servizio di assistenza domiciliare e che hanno ricevuto la nota del settore V del Comune di Pomezia a prendere contatti con noi per ricevere l’assistenza legale.

i nostri uffici sono siti in Via Roma 202 – sopra il concessionario Opel.