Riceviamo e pubblichiamo
Siamo ormai tristemente abituati alla presenza di enormi quantità di rifiuti lungo le strade della nostra città. I cittadini spesso denunciano tale stato di cose, frutto senza dubbio anche di inciviltà di molte persone, ma che secondo noi è il frutto di scelte politiche ed economiche sbagliate, buone solo per chi, sul ciclo dei rifiuti, ha fatto e continua a fare enormi affari.
Il momento di massima crisi lo si ha ogni anno durante i mesi estivi, dove l’afflusso dei turisti stagionali mostra tutta l’inadeguatezza della gestione della differenziata ad Anzio, con il moltiplicarsi di discariche abusive lungo le strade. Un quartiere come Lavinio mare, ad esempio, diviene una grande discarica a cielo aperto, proprio nel momento in cui dovrebbe mostrare il suo volto migliore. Tutto ciò avviene a fronte di imposte sui rifiuti solidi urbani elevatissime e assolutamente sproporzionate rispetto alla pochezza, per non dire all’assenza, del servizio di smaltimento.
In questi giorni abbiamo anche appreso della crisi che sta attanagliando la Camassa ambiente, ditta privata che ha la gestione dei rifiuti in appalto, dove i lavoratori non riescono a percepire lo stipendio, nonostante che i pagamenti da parte del comune risultino regolari. Ci domandiamo quale sarebbe la superiorità della privatizzazione del ciclo dei rifiuti, se produce simili disagi alla cittadinanza e ai lavoratori del suo comparto. Cosa ha portato la privatizzazione, voluta dalla stragrande maggioranza delle forze politiche locali nei decenni passati? Disservizio, aumento dei costi, negazione dei diritti dei lavoratori: un intreccio scandaloso che chiama in causa amministratori, e imprenditori del settore. La privatizzazione ha sostanzialmente fallito, nel ciclo dei rifiuti, così come in altri settori, come i trasporti, e la gestione del ciclo delle acque. La trasformazione di beni essenziali e monopoli naturali in fonti di profitto privato, sbandierato come panacea per superare inefficienze e clientelismo si è rivelato moltiplicatore di disagi, ingiustizie sociali, danni all’ambiente e alla salute. Inoltre, grazie all’accordo tra amministratori, ditte aggiudicatrici di appalti e false cooperative, i meccanismi clientelari su cui basano il loro potere i politici locali sono più forti ora che ai tempi della vecchia Dc.
Tornare ad una gestione efficiente dei rifiuti, significa tornare alla sua gestione pubblica, mandare a casa un ceto di amministratori sempre molto solleciti a venire incontro alle esigenze di imprese e gruppi economici interessati a lauti guadagni sui beni comuni, limitando quegli interessi privati che mettono a rischio il territorio dal punto ecologico e sociale. Prima i diritti delle persone poi i profitti privati, come recita la nostra Costituzione.
PRC-FdS “E. Che Guevara” – Anzio