Sono passati dieci anni da quel 17 novembre del 2007, la data in cui il talento di Francesco Mancini si manifestò al calcio italiano. Tre gol alla Roma, in un derby Primavera caratterizzato dal ricordo di Gabriele Sandri, tifoso biancoceleste scomparso sei giorni prima, le stimmate del campione destinato a calcare palcoscenici importanti. I tanti infortuni ne hanno caratterizzato la carriera, oggi Mancini ha deciso di ripartire da Anzio, anche grazie all’intermediazione di un vecchio amico: «Ho scelto di venire qui perché mi stuzzicava l’idea di ritrovare un compagno di tante battaglie come Manuel Ricci, un ragazzo col quale ho condiviso dieci anni di settore giovanile biancoceleste e tanti successi insieme. Con lui ritrovo anche mister Rughetti, un allenatore che conosco molto bene e che ho avuto anche lo scorso anno, da dicembre, alla Cynthia, quando scelsi di lasciare la Vultur per riavvicinarmi a casa e stare più vicino a mio figlio». Il suo arrivo è fondamentale per rinforzare un attacco orfano di Paolo Loria, infortunatosi a Trastevere ad inizio ottobre: «Mi dispiace molto per Paolo, so benissimo cosa significhi dover restare lontano dal campo e soffrire senza poter aiutare i compagni in prima persona. Gli auguro di tornare presto protagonista». Dal derby di dieci anni fa a quello di domenica prossima, contro il Monterosi degli ex Lazio Carlo Perrone e Matuzalem, avversaria nell’ottava giornata di campionato: «Questo girone lo conosco poco, l’ultima volta l’ho affrontato nel finale della stagione 2014/15 con la maglia della Lupa Castelli Romani. Al di là delle insidie che possono nascondere le singole partite, il nostro obiettivo deve essere sempre quello di scendere in campo per vincere e il mio compito deve essere quello di aiutare la squadra a farlo».
testo e foto di Matteo Ferri