Nello scorso consiglio comunale il consigliere del M5S Cristoforo Tontini ha presentato una mozione di sfiducia, che recita: “Il sindaco, il presidente della provincia e le rispettive giunte cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio. La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri assegnati, senza computare a tal fine il sindaco e il presidente della provincia, e viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene approvata, si procede allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario ai sensi dell’articolo 141.”
“Di certo non mi illudevo -spiega Tontini – che venisse sottoscritta anche dagli altri consiglieri d’opposizione. Attualmente ci sono 11 consiglieri d’opposizione e per raggiungere i due quinti ne sarebbero bastati 9.
Nonostante ciò si è palesato: il pesante danno d’ immagine provocato alla città di Anzio a seguito degli arresti relativi all’indagine evergreen e poco dopo all’altra denominata touchdown; l’evidente immobilismo della giunta e le due maggioranze create da maggioranza e buona parte dell’opposizione, con una serie di consigli comunali diventati congressi del centro destra, dove le due parti si corteggiano allegramente. Non possiamo avere fiducia in questa amministrazione, che nei confronti di una città che necessita di urgenti e coraggiose opere di rinnovamento e sviluppo, ci ha presi in giro. Il Sindaco, perorando la sua linea di governo, ha dimostrato tutto il suo attaccamento alla poltrona per paura che commissariando il comune l’avrebbe consegnato in mano al M5S. Il sostanziale tradimento delle promesse elettorali basate sul vantato “buongoverno” del Comune di Anzio e sul reiterato impegno al miglioramento mai avvenuto. Gravissime le mancanze dell’Amministrazione quali, ad esempio, la carente applicazione dei principi etici e morali”.