“Mentre imperversa la campagna elettorale tra i faremo ed i vedremo, nessuno degli attuali amministratori in carica si interessa, come al solito, dei problemi concreti dei cittadini e del rischio, che noi abbiamo già attenzionato con diversi interventi, di disservizi e ritardi conseguenti alla chiusura del laboratorio analisi del nosocomio che serve Anzio e Nettuno – così in una nota Chiara di Fede, portavoce di Città Futura Anzio – Nonostante le rassicurazioni dei sindaci il dato di fatto prevedibile, conseguente alla chiusura del laboratorio, è che il centro analisi di Latina dovrà effettuare le analisi dei campioni dei pazienti del nostro litorale e non solo, con tempi chiaramente più lunghi e quindi disagi agli utenti. Il rischio è un sovraccarico di lavoro e nessuna garanzia per i refererti più urgenti.”
Già il 28 Novembre scorso il Movimento aveva attenzionato il Consigliere Regionale FDI Fabrizio che aveva girato la criticità in commissione sanità.
“L’ ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno continua a preoccupare. Come si può rilevare non è cessata la volontà di depotenziarlo scoraggiandone l’accesso dei pazienti – spiega il Movimento Città Futura attraverso Giulio Verdolino – e il silenzio assordante della politica locale la dice lunga su quale sia la vera attenzione per questa realtà sanitaria. Il personale medico e infermieristico diventa sempre più risicato, anzi insufficiente, ed è costretto a massacranti raddoppi di turnazione nonostante le promesse di risorse umane ed economiche”.
Ancora più risoluto è il consigliere regionale FDI Fabrizio Santori che evidenzia: “L’incomprensibile politica sanitaria del presidente Zingaretti sta portando, come avevamo annunciato già mesi fa, alla chiusura definitiva del laboratorio analisi del nosocomio di Anzio e Nettuno. Mentre il governatore si preoccupa solo di piazzare i suoi fedelissimi ai vertici di Asl e ospedali, i cittadini dovranno fare i conti con i disservizi causati dal trasferimento di un servizio fondamentale per il territorio. Ci stiamo mobilitando al fine di scongiurare lo smantellamento di questa attività che serve migliaia di persone, già alle prese con le lentezze e le inefficienze del sistema sanitario regionale, che comunque si avvale di professionisti seri e capaci da valorizzare, garantendo così le adeguate prestazioni sanitarie agli utenti senza costringerli a viaggi da un paese all’altro”.