di Menuccia Nardi
Non mi sembra proprio di aver mangiato particolarmente pesante l’altra sera, né di aver letto qualcosa prima di dormire che mi abbia colpito più di tanto. Poi di solito non ricordo mai quello che sogno…se sogno, ma la notte scorsa è successo e anzi ricordo di aver sognato di sognare (chissà se ha un significato particolare, non sono un’esperta in materia!) e appena ho aperto gli occhi mi sono girata verso mio marito:
«Ho fatto un sogno, lo scrivo sul blog».
«Sì, ok». Risposta breve di chi ovviamente non ha nemmeno ascoltato e in piena notte vuole dormire.
Perché ho deciso di scriverlo? Perché mi ha svegliato e non mi ha più fatto dormire, e di solito scrivere mi aiuta ad esorcizzare qualunque pensiero negativo, è un po’ una terapia personale.
Che poi, che sono andata a sognare… un corvo nero (sarà che qualche sera fa ho rivisto Harry Potter con mio figlio e a scoppio ritardato mi riviene in mente la casa Corvonero?), e mi ha parlato anche (e meno male che dormivo perché in caso contrario non sarebbe un buon segno!). Anche qui dialogo breve direi:
«Ma lo sai tu che mi aspetta?», gli domando.
«No, non lo so».
«Allora non sai niente».
«Anche tu non sai niente».
Da qui in poi sveglia come se fosse mezzogiorno. Che poi, ho iniziato a pensare, e perché mai io non saprei niente? Davvero non so quello che mi aspetta? Quello mi aspetta no, ma quello che mi aspetto sì. Lo so eccome… Quello che in fondo si aspettano tutti, la mia dose (qual è l’unità di misura?) di sorrisi… conditi di lacrime e silenzi, certo, perché ci sono gioie che ti fanno piangere e dolori che ti lasciano di pietra, e poi la pietra te la senti sul cuore, e ti dici che tutto sommato sta bene lì, dove la lasceresti in eterno come fosse un anestetico perenne e poi è pesante, dove la trovo la forza per spostarla… Ma è lei che trova te, non ce l’hai nelle braccia ma la senti nella testa, che forza potente, la chiamano volontà e sposta la pietra anche se non vuoi. E così scopri che lì sotto il cuore ti batte ancora (che tipo ostinato!): batte negli occhi di tuo figlio e quando li guardi pensi che è anche merito tuo se sono così belli. “Che brava che sono stata! Penserà anche lui che sono brava?” Ci provo ad essere brava, tutte le mattine, anche quelle in cui cercherei un’altra pietra sotto cui dormire in letargo e invece mi alzo presto, dopo le sere in cui non andiamo mai dormire per chiacchierare, e dopo le notti in cui sei stanchissima e comunque non dormi perché i pensieri non ti lasciano dormire. Come questa notte.
«Ma il corvo nero porterà male come il gatto?», mi giro di nuovo verso mio marito.
«Non lo so, poi chiedi».
«A chi?»
Va be’, ha un occhio chiuso e l’altro pure e a quest’ora di notte ha le idee confuse, come me (che coppia!). Stasera prima di andare a letto camomilla… Oggi è uno di quei giorni in cui davvero potevo iniziare con “caro diario”.