Bene, ripropongo una vecchia discussione che avevo stimolato su un mensile italiano per il quale scrivevo: PARLIAMO DI VECCHIE GLORIE! Non perché siamo nostalgici forzati, invece crediamo che le moto ben fatte o che abbiano significato qualcosa nella nostra vita, debbano essere ricordate nel migliore dei modi, inoltre in questo maledetto periodo di “magra” (relativa perchè poi oggi si vendono le 1200cc da 15/20.000€ come fosse pane) stanno stranamente rifiorendo per strada vecchi modelli che forse pensavamo tutti ormai andati distrutti dal rottamaio o dimenticati in garage ad ammuffire. Per strada ora si vedono spesso girare di nuovo le mitiche Honda Africa Twin, CBR900RR Fireblade 92/93, Yamaha YZF/FZR ex-up 750/1000, Supertènéré, e girando per Roma anche CB500 Four (che camminano tutt’ora alla grande) RD350, TT600R, XT600, VFR 95/96 etc. etc. Ora il motivo per cui questo sia accaduto non lo so per certo, vogliamo dire che la crisi attuale ci ha reso tutti più concreti e forzatamente risparmiosi? Forse perchè abbiamo vissuto anni di vacche grasse ma questo è un’altro discorso, voglio cogliere questo assist per poter parlare di moto del recente passato, che hanno influito in qualche maniera nella storia del motociclismo, vuoi per innovazione estetica, tecnica, di mercato o successo di pubblico. Ci sono delle moto che oggettivamente lo hanno fatto, di cui proverò a stilare un elenco, certamente ci sarà qualcuno che dirà che la sua moto preferita è assente da tale lista ma può darsi che non mi sia venuta in mente o magari tale moto è stata importante solo nel giardino di casa sua essendo convinto del contrario, perciò non me ne vogliate se non riuscirò ad accontentare tutti e cercherò di essere il più “onesto” possibile senza che le scelte vengano influenzate dai miei gusti. Cercherò di elencare solo quelle che a memoria vanno dagli anni 90 ad oggi, più in la faremo una cosa analoga per gli anni indietro, altrimenti non ci è sufficiente un libro!
La prima che vorrei ricordare, in seguito dedicherò un post per ognuna, è la HONDA RVF 750 (RC30) che ha iniziato la sua onorata carriera nell’88 vincendo due mondiali di seguito in SBK (campionato appena nato proprio in quell’anno) con Fred Merkel, successivamente è stata mattatrice assoluta nei vari TT all’isola di man, anche nella fortunata versione da 400cc, con Joey Dunlop. Nel campionato SBK se non sbaglio veniva schierata con i colori del team Rumi, in nero/viola, che era un preparatore fortissimo e vincente pur avendo pochissimo appoggio dalla casa madre le sue moto sono sempre state fra le più veloci nelle derivate di serie.
La versione stradale aveva la particolarità di essere la prima moto da gara ad avere targa e fanali, infatti nell’87 era in vendita alla preziosa cifra di 20.000.000 di lire, ed in parte il prezzo era giustificato dalle numerosi parti fatte a mano dal glorioso reparto HRC Honda e da componenti di assoluto pregio, sopratutto per allora, come bielle, scarico e valvole in titanio, sospensione posteriore che si avvaleva di un mono-braccio oscillante veramente ben realizzato. Era stupenda sia in versione stradale che da gara (raro per una moto), ha partecipato, vincendone, a numerose “8 ore di Suzuka” a cui la Honda faceva partecipare nell’equipaggio, solitamente il miglior pilota del Motomondiale, al quale veniva affidata per tenere alto il blasone dell’azienda nel principale trofeo nazionale.
Infatti anche un certo Doohan ha portato egregiamente questo capolavoro di moto, apprezzandone le sue innate qualità.Sono poi fortemente attaccato a questa “macchina” (e qui un po’ tradisco il messaggio originale sull’obiettività) perché è stata anche il sogno proibito e poi realizzato da uno dei più grandi giornalisti di moto mai vissuti, Roberto Patrignani, di cui sono stato grande ammiratore, ed essa è praticamente quasi la protagonista involontaria di uno dei suoi libri più belli, e che tutti i veri appassionati dovrebbero leggere, “TI PORTERO’ a BRAY HILL”, che in realtà è un tributo pazzesco al TT dell’isola di Man, dove però lei entra in argomento in maniera prepotente, dato che il buon Roberto gli dedicò anche la copertina.
Il libro parla essenzialmente della sua esperienza diretta da pilota all’isola, ma gran parte di esso è basato sulla sua “folgorazione” che ebbe ammirandola al salone di Tokio nel lontano ’87 e di tutte le vicessitudini (tra cui lo sforzo economico, poiché era per poche tasche) passate per accaparrarsene una e farsela consegnare proprio presso la sede del concessionario Honda che poi era guarda caso quello stesso Rumi che ne fece una campionessa mondiale.
Fra i vari campioni che hanno cavalcato questa splendida moto annoveriamo: Merkel, Spencer; Doohan; Patrignani; Hislop; Dunlop etc. Ad oggi il suo valore si aggira intorno ai 20.000/35.000 euro in base al suo stato d’uso e condizioni generali, nonché se sia troppo maneggiata o tenuta maniacalmente nello stato originale, non oso pensare alla valutazione delle versioni da gara e sopratutto di quelle che hanno vinto titoli importanti, in ogni caso ce ne sono pochissime in giro ed è rarissimo avere la fortuna di ammirarla dal vivo, figuriamoci provarla! Io ci sono riuscito e ne sono orgoglioso, chissà un giorno spero di possederne una, per ora mi sono accontentato della sua “figlia minore” ma comunque validissima su strada la RC46 II° edition, la V-Tech per capirsi, l’anima è comunque la stessa e le somiglianze molte, ma la regina non si tocca!!!
A Martedì prossimo.
Lamps, Adriano Santucci
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