Riportiamo stralci degli articoli a firma di Salvatore Giuffrida e Clemente Pistilli e il Commento di Federica Angeli pubblicati ieri dal quotidiano La Repubblica
Il fratello chiedeva il pizzo lui corre per sindaco di Anzio
“Poco importa che al termine del processo denominata “malasuerte” sui traffici di droga,armi ed estorsioni, il fratello abbia incassato una condanna a sei anni di reclusione. Nessun imbarazzo anche per le intercettazioni che lo coinvolgono direttamente o per le interrogazioni parlamentari in cui viene indicato come uno dei beneficiari dei tanti e dubbi affidamenti diretti di lavori fatti dal Comune. Le lezioni ad Anzio si avvicinano e Raffaele Madonna ieri ha annunciato che intende candidarsi a sindaco. Ha fatto appena in tempo a ultimare la campagna elettorale a sostegno del candidato consigliere regionale di Forza Italia, Adriano Palozzi, ed è sceso direttamente in campo per mantenere alto il vessillo del centro-destra nella città di Nerone, la stessa travolta negli ultimi mesi dalle inchieste su una lunga serie di commistioni tra malavita e politica. Il fratello dell’aspirante primo cittadino, Roberto Madonna, detto “Pecorino”, nell’ambito di “Malasuerte” è stato arrestato dal Commissariato di Anzio. Un’indagine partita da alcuni colpi di pistola sparati contro il centro fisioterapico “Clavari” “quei soldi servono per gente che sta in galera”, il 24 aprile 2015, presto approdata a traffici di cocaina, giri di armi ed estorsioni ai danni di una Coop, la Supercar, che gestiva i parcheggi nel porto, con il coinvolgimento in quest’ultimo caso anche di politici“.
e ancora
“Proprio Pecorino è accusato, tra l’altro, di aver costretto la titolare della Cooperativa a pagare il pizzo – duemila euro ogni 15 giorni- sostenendo che quel denaro serviva alle famiglie di amici detenuti”.
più avanti
“Un’inchiesta in cui sono state intercettate conversazioni dello stesso Raffaele Madonna, di casa in Comune. Tanto da dire al telefono:”sto a piscià a Villa Sarsina”. Ovvero negli uffici comunali. Particolari evidenziati dagli inquirenti e riportati nelle interrogazioni presentate in parlamento, con cui è stato sollecitato l’invio di una commissione d’accesso ad Anzio“.
Quel Grumo di interessi che lega clan e politica
“Che Anzio sia al centro di trame oscure e di interessi in cui il confine tra pubblica amministrazione criminalità organizzata sia sottile come un filo d’erba è indubbio. Tanto che sul comune alle porte della capitale grava come un macigno l’ipotesi del commissariamento per mafia ventilato dalla prefetta di Roma a fine anno.
A rivelare quanto sia compromesso quel territorio sono le indagini delle procure di Velletri e Latina che mostrano come potenti ‘ndrine del Litorale laziale siano legati a personaggi della giunta. Tra appalti comunali pilotati, la maggior parte relativi alla gestione dei rifiuti e del verde pubblico, infatti la magistratura ha ricostruito i rapporti tra imprenditori pronti elargire mazzette, politici corrotti e malavitosi.
Un vero e proprio “Sistema Anzio” , in cui gli uomini che ne fanno parte hanno cercato di pilotare le elezioni“.