Centrale biogas i lavori in Commissione non procedono per le difficoltà burocratiche
Riceviamo e pubblichiamo
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Certamente non cercavamo ispirazione nel giudizio che Tomasi di Lampedusa attribuisce al nuovo governo nel Gattopardo. Ma, invece ci troviamo sempre più imbrigliati in una realtà che tanto somiglia alla logica ipotizzata da Tancredi. Abbiamo proposto alla politica locale di dare un segno di inversione di tendenza verso una gestione del territorio che giudicare tragica significa solo indulgere nel definire contorni intorno ad una situazione caotica. Abbiamo proposto di aprire un dibattito pubblico in un silenzio colpevole ed assordante per dare la possibilità a chi ha gestito l’ambiente di Anzio negli ultimi anni di poter dare risposte e giustificazioni a domande rimaste senza una risposta credibile. Abbiamo trovato un’apertura da parte di alcuni rappresentanti della politica che ci hanno permesso di aprire un dibattito in Consiglio Comunale e siamo arrivati all’approvazione di una mozione il cui unico scopo era quello di verificare che quanto sta avvenendo nell’ambito della realizzazione degli impianti di trattamento previsti tenga conto delle norme e dei diritti dei cittadini. Prerogativa che dovrebbe essere espletata dal Comune in attuazione dei suoi obblighi costituzionali. Da quella seduta del Consiglio Comunale è scaturita una Commissione Speciale mista con l’obbligo di dare attuazione al deliberato del Consiglio. Dal 2 febbraio al momento della stesura di queste note si procede con l’entusiasmo di chi accompagna un proprio caro alla sua ultima dimora. Come se si stesse dando attuazione ad una sceneggiatura stabilita da un regista invisibile, tutto va a rilento; il Comune non trova i mezzi per finanziare i tecnici ed i cittadini sono costretti ad assumere l’onere delle loro spese, dando vita ad una penosa questua fra la gente; le sedute della Commissione sono quasi deserte, i tempi previsti nella delibera Consiliare saltano, tutto serve per rallentare il lavoro dei tre tecnici che stanno lavorando sia sull’ impianto della Spadellata sia sul progetto del deposito di sticcaggio rifiuti di Padiglioni. I documenti in possesso del Comune necessari per il lavoro non stati ancora consegnati dopo 17 giorni dalla richiesta. Si tratta di documenti tecnici ed amministrativi che ogni comune, degno di definirsi trasparente, pubblica nel proprio sito istituzionale. Perchè tutto ciò avviene? Non è chiaro l’obiettivo del fantomatico autore dell’ipotetica sceneggiatura che, comuque, non potrà che essere perdente per due ragioni essenziali. La prima ragione, perchè troppe sono le persone indignate che si sono organizzate in Uniti Per l’Ambiente e non solo che non intendono rinunciare a far pesare il loro diritto alla tutela del luogo in cui vivono e secondo, perchè il lavoro di persone preparate, proseguirà finchè la gente lo vorrà e scaverà fino a che sarà chiaro l’iter delle varie procedure e ben definite le azioni e le responsabilità di ogni attore istituzionale che verrà chiamato a risponderne. Tra qualche giorno avverrà lo scioglimento del Consiglio Comunale e la Commissione dalla stesso creata ne seguirà le sorti. Ma le Associazioni ed i Comitati non molleranno finchè le cose non saranno chiare e così le eventuali responsabilità. Il 23 aprile si è tenuta una riunione con il team tecnico di Uniti Per l’Ambiente al completo ed il luogo prescelto per l’incontro è l’abitazione della responsabile degli agricoltori della zona per toccare, ove ve ne fosse la necessità, il violento contrasto fra la realtà agricola della zona ed il mostro di una centrale che tale quiete produttiva e salubre sta violando. Durante la riunione i tecnici hanno sottolineato la loro impossibilità a procedere nel lavoro. E’ nostro dovere portare a conoscenza la gente che ci segue di quanto avviene e lo facciano e faremo sempre senza peli sulla lingua e senza l’ingerenza del politicante di turno”.
Sergio Franchi Uniti Per l’Ambiente.