Gentile redazione vorrei iniziare questa mia lettera con le parole di una famosa e allegra canzone dei Righeira anno 1985: l’estate sta finendo e un anno se ne va. Appunto l’estate, quando tutti desideriamo di fare qualcosa di diverso e rilassante. Mi spiego meglio e subito. Sono un ragazzo disabile di Anzio, vivo con i miei genitori, i quali mi assistono con amore e molta fatica anche per la loro età non più giovane. L’anno scorso la cooperativa che gestisce l’assistenza domiciliare con la super[sg_popup id=”106217″ event=”inherit”][/sg_popup]visione del Piano di zona di Nettuno mi ha permesso di andare al mare nella spiaggia di Anzio attrezzata per ricevere ed ospitare persone disabili, affidandomi un assistente valido e simpatico.
Stavamo in spiaggia in allegria fra bella gente e dove potevamo consumare il pranzo portato da casa che consisteva , quasi sempre, in una appetitosa pasta fredda. Questa estate ,purtroppo, non è stato così in quanto, nonostante le richieste alla cooperativa e al Piano di zona non sono riusciti ad accogliere la mia volontà di trascorrere qualche ora al mare con i miei amici e magari avrei potuto fare anche delle belle foto sulla splendida spiaggia di Anzio. Perché mi chiedo tutto ciò. Sento parlare spesso di inclusione. Ma dove. A proposito vorrei dire che più di un anno fa mio fratello maggiore che è pure il mio Amministratore di Sostegno ha presentato ai Servizi sociali del comune di Anzio, al PUA, al CAD dell’Asl di Villa Albani un progetto individuale per persona disabile in base alla legge 328/00 e da nessuno da detti uffici è stata data una risposta concreta. Ma questo è un comportamento corretto? Perché non si danno risposte ai cittadini nei tempi e nei modi previsti dalle leggi? Qualcuno, non sta a me dirlo, dovrebbe interessarsi una buona volta delle persone disabili, perché meno assistenza equivale a più disabilità. Concludo con le parole della canzone: l’estate sta finendo sto diventando grande e (nulla cambia)
Claudio Battistini, cittadino di Anzio