[sg_popup id=”106217″ event=”inherit”][/sg_popup]Si è svolta venerdì 5 aprile presso la comunità di Sant’Egidio, nei locali del podere San Giuseppe ad Anzio, la conferenza stampa conclusiva della Settimana dell’inclusione, che ha visto il territorio tra Anzio e Nettuno animarsi con tanti eventi a favore dell’accoglienza e dell’integrazione.
Tanti i momenti di incontro e di confronto tra le realtà di volontariato delle due città, cattoliche e non cattoliche, e i cittadini, che hanno risposto con entusiasmo, partecipando ai vari eventi in cartellone.
L’iniziativa, che si è svolta dal 23 al 31 marzo, è stata organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, dai Vicariati territoriali di Anzio e Nettuno, Atletico Pop United, Caritas, Gruppo scout Agesci Anzio-Nettuno 1, Sezione Cngei di Anzio e Nettuno, Masci, Fondazione Migrantes, Movimento dei Focolari e Pax Christi, col patrocinio dei Comuni di Anzio e Nettuno.
«Abbiamo voluto sensibilizzare le persone – ha detto Wanda Catalano della Comunità Sant’Egidio – sul clima di violenza e razzismo che si sta diffondendo, facendo vedere che c‘è ancora tanto di buono. Per noi l’inclusione è inclusione per tutti: disabili, anziani e stranieri».
«Drammaticamente – ha detto don Andrea Conocchia, vicario territoriale di Anzio e parroco a Lido dei Pini – condividiamo questo clima e questi atteggiamenti, ma noi vogliamo dire, attraverso questa iniziativa, ciò che c’è di positivo, sottolineando esperienze positive con cui riusciamo a far emergere l’umanità di fronte a tanta violenza e razzismo. È possibile creare ponti e pensare a strategie di cammino insieme, pensando al bene della persone perché non esistono persone di serie A, B o C. La Settimana dell’inclusione è stata una bella dimostrazione di umanità e di apertura verso tutti».
«Nei nostri cuori – hanno sottolineato Roberto Zaccagnini del gruppo scout Agesci Anzio e Nettuno 1 e Marco Valle del gruppo scout CNGEI – ci sono tanta soddisfazione e tanta sorpresa, sia per la risposta delle due città che per la risposta dei nostri amici venuti dall’Africa. È un risultato che ha reso felici tutti noi. Si dice sempre “bisogna fare”: oggi possiamo dire “abbiamo iniziato a fare”. Sul territorio siamo tanti e possiamo fare ancora di più. Adesso lavoreremo nel quotidiano per continuare a fare qualcosa di concreto».
«Siamo stati contattati anche da altre associazioni – ha detto Cristina Cavallo della Comunità di Sant’Egidio – che vorrebbero partecipare alla prossima edizione. È un evento che ripeteremo, vista la grande risposta dei cittadini. Abbiamo toccato vari ambiti di inclusione attraverso vari linguaggi, dall’arte allo sport per contrastare il linguaggio della violenza e per presentare livello di inclusione già in atto nelle nostre città. Da questa rete di collaborazione è nato tanto entusiasmo per continuare su questa strada e per continuare insieme».