Con l’aiuto di tutti, un piccolo aiuto, può tornare a camminare. “In un secondo cambia tutto nella vita, ed io spero di poterla riabbracciare al più presto”. Comincia così la storia di Daniele Terenzi, giovane di Nettuno che lo scorso 16 ottobre ha perso una gamba in un drammatico frontale con un’auto, mentre viaggiava a bordo della sua moto. Da quel momento ha inizio l’incubo, con l’amputazione dell’arto e la speranza, tuttavia, mai persa di tornare ad avere una vita normale.
“Quel 16 ottobre del 2018 la vita mi ha messo duramente alla prova costringendomi a fare i conti con l’amputazione di una gamba. La mia protesi costerà 82. 000 euro e se ti chiedessero di spendere una cifra del genere per camminare bene faresti di tutto. Ma io quei soldi non li ho. La vita ti cambia da un attimo ad un altro e spero con il tempo di tornare il prima possibile a realizzare gli obiettivi prefissati prima dell’incidente, come il lavoro, la famiglia e la salute. Sono laureato come dottore in scienze infermieristiche e specializzato come infermiere anestesista.
La mia carriera è stata interrotta da questo incidente e la mia vita quotidiana e relazionale ne ha risentito parecchio.
Vorrei sensibilizzare la mia comunità che si sta prodigando per me e mi sta regalando tante gioie sposando la mia causa. Spero di poter raggiungere il mio obiettivo e di poter acquistare la mia protesi.
Molti pensano che la responsabilità di aiutare le persone spetti a qualcun altro, ma la collettività è fatta da ognuno di noi e spero vivamente che tutti quanti facciano uno sforzo. Sommando soltanto la popolazione tra Anzio e Nettuno siamo 120.000 persone. Se ognuno donasse 70 centesimi potrei comprare la mia protesi.
E’ doveroso ringraziare la Asl di Anzio Nettuno, l’associazione AIRTE di Guidonia, lo stabilimento balneare Rivazzurra e il comune di Nettuno per la loro vicinanza e la loro solidarietà. Un ringraziamento speciale va a tutti i miei parenti, alla mia compagnia e ai miei familiari, agi amici più stretti che stanno facendo la differenza nel mio recupero. Non ultimo un ringraziamento all’ospedale policlinico Umberto 1 di Roma i cui medici hanno fatto un miracolo facendomi vivere di nuovo, anche se per farlo hanno dovuto amputarmi una gamba. Un passo per uno per camminare insieme. Si parte della mia gioia aiutami a sorridere di nuovo”.
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