Con una lettera del 21 ottobre indirizzata alla Capo d’Anzio, la Regione Lazio ha avviato l’iter di decadenza della concessione del Porto. Un atto resosi necessario, visto gli inadempimenti della Società partecipata che avrebbe dovuto realizzare il Porto nell’arco di 5 anni, mentre dopo 8 anni del Porto non c’è nemmeno l’ombra. A rispondere dopo un mese con delle controdeduzioni molto tecniche è stato l’amministratore delegato della Società l’avv. Antonio Bufalari, che aspetta di essere convocato. La Capo D’anzio che appartiene per il 61% al Comune e per il 39% al socio privato Renato Marconi, è in serie difficoltà. Dopo un bilancio chiuso in negativo di circa 80mila euro e la mancanza di un Presidente, ad aggravare il tutto c’è la messa in mora della Regione Lazio, che dopo ben 4 solleciti ed una diffida oltre alla decadenza della concessione, chiede la restituzione di circa 194mila euro per i lavori di: “Somma urgenza a tutela della salvaguardia della pubblica e privata incolumità consistente nella movimentazione all’interno dell’ambito portuale per i sedimenti del canale al fine di garantire il ripristino della navigabilità del Porto”. Un onere, quello del dragaggio effettuato pochi mesi fa dopo 4 anni e che sarebbe spettato alla Società. Inoltre l’assemblea dei soci prevista per ieri è andata deserta. Il sindaco sembrerebbe essere stanco della questione Porto. In conclusione, in termini tutt’altro che sereni il progetto del Porto mai realizzato, sta tornando nelle mani della Regione, che una volta riottenuta la concessione potrebbe decidere di rimetterla a bando. Un’altra occasione sfumata per la città di Anzio che potrebbe vedersi “soffiare” il Porto da un nuovo privato una volta per tutte.