Per caso eroi…

di Eduardo Saturno

La parola eroe nel vocabolario è definita come persona che esegue azioni fuori dal comune, non ordinarie e che dà prova di straordinario coraggio, specialmente in ambiti guerreschi.

Il supereroe è colui che oltre ad avere le qualità sopra descritte ha super poteri non comuni che lo rende maggiormente speciale; sappiamo tutti che questa categoria è solo un’invenzione narrativa per rendere più appetibile la lettura, con naturalmente limitazioni oggettive per tutti. Nella storia erano considerati eroi soprattutto coloro i quali si distinguevano maggiormente in battaglia, all’inizio fu chi uccideva più nemici, poi con l’avvento delle nazioni l’eroismo fu portato anche sul piano di coloro che morivano coraggiosamente per la patria. C’è da dire che a quei tempi il mestiere di soldato non esisteva come invece oggi e molti erano reclutati dal popolo, c’erano molti mercenari quindi era più facile trovare eroi durante la guerra e giustificarli pure.

Nell’immaginario collettivo l’eroe è colui che si batte per la propria patria, che salva i suoi commilitoni in situazioni difficili, chi si fa ammazzare dal nemico negando il conquistatore o chi muore combattendolo con onore; morire stupidamente molto volte ancora oggi è considerato eroismo. Come se uccidere qualcuno e non salvarlo fosse un’azione intelligente e non stupida.

L’eroismo non ha bandiere e non può essere considerato solo appartenente ad un popolo solo o ad una sola categoria di persone. L’eroismo ha al giorno d’oggi una sfumatura ben diversa molto più complessa di quella di un tempo. Partendo dalla base si può dire che l’eroe è una persona generosa che non spreca le proprie possibilità, ma le utilizza saggiamente in favore di tutti: un’intelligente insomma.

L’eroe è quindi generoso quanto basta per riuscire ad aiutare tutti loro che lo circondano senza sminuire il proprio operato. La generosità però non può essere da sola a far divenire eroi; infatti, non tutte le persone generose sono eroi.

La costanza nelle proprie azioni è un’altra qualità dell’eroe; l’eroe infatti continua ad aiutare gli altri senza farsi distrarre da altro nei suoi dintorni; ossia, non lascia che altri gli distruggano il lavoro svolto fino a quel momento e nemmeno smette di aiutare gli altri. Nello stesso tempo ciò non significa che non possa riposarsi e prendersi delle vacanze: l’eroe in fondo è e rimarrà un essere umano e come tale andrà trattato da tutti coloro che ha attorno.

Ossia, avrà periodi in cui starà male, avrà le ferie dal lavoro, una famiglia, se stesso e la sua vita può rendere pieghe inaspettate; tutto ciò può rallentare per alcuni periodi l’operato dell’eroe ma non lasciare che in realtà finisca e si concluda completamente se non alla sua morte. L’eroe non viene pagato per il suo operato; infatti, se lo fosse diventerebbe solo il suo lavoro e in questo caso non potrebbe essere più considerato un eroe.

Giustamente, se pagato per svolgere un lavoro di qualunque lavoro si tratti che si parli di militari, poliziotti, camerieri, impiegati, medici, eccetera eccetera qualunque cosa egli abbia fatto: salvare altre persone, catturare un mafioso, togliere di mezzo un pedofilo, salvare due piatti che stavano cadendo, un’azienda o una vita quello è il suo lavoro e non può essere considerato un atto di eroismo.

E’ eroe colui che fa di più rispetto a ciò che è pagato senza che nessuno glielo chieda e senza che gli venga retribuito nessun corrispettivo per questo; quindi no, fare un sacco di straordinari non vi rende eroi, anche se non ve lo hanno chiesto.

L’eroe sicuramente fa un qualcosa di buono, non può fare nulla di cattivo, altrimenti diventerebbe un anti-eroe. Essere buono non significa essere stupido.

Effettivamente, molti pensano che gli eroi siano stupidi, nella società odierna per molti bontà è uguale a stupidità anche se non è vero, per cui è facile che in molti si approfittino degli eroi ed anche di persone di buon cuore perchè eseguono al posto loro azioni o lavori senza che l’approfittatore si esponga ad un reale coinvolgimento così che se c’è da rischiare qualcosa loro non vengano toccati, ma che i problemi vengano dirottati sull’eroe o sulla persona di buon cuore.

Infatti, questo è un problema comune ad entrambi le tipologie di persona. Se l’eroe o la persona di buon cuore non ha abbastanza esperienza può venire ingannato, ma il trucco funziona generalmente una volta o qualche volta, di certo non potrà essere ingannato per tutta la sua vita.

Quando l’eroe si accorge dell’inganno rifiuta ogni coinvolgimento in qualunque altro lavoro gestito dagli approfittatori. Generalmente un eroe non chiede niente in cambio men che meno soldi o qualcosa che abbia un valore reale, tangibile e sostanziale per la vita di tutti i giorni.

Chiedere denaro o qualcosa di estremo valore sminuirebbe il suo “lavoro” a un lavoro comune quindi non sarebbe più un eroe ma un semplice lavoratore come tutti gli altri. Per l’eroe fare del bene è la priorità assoluta, non fa azioni se non vanno a beneficio di una o più persone. L’eroe è generalmente una persona coraggiosa, ma la parola coraggio non indica necessariamente l’avventatezza di un gesto.

Il coraggio è un modo di vivere che non lascia spazio all’avventatezza; chiunque si può ritrovare coraggioso inaspettatamente. Rischiare la propria vita per farsi belli davanti agli amici o alla ragazza, magari bevendo quel bicchiere di alcool in più o schiacciando di più sull’acceleratore o scalando una montagna durante una tempesta di neve non è classificabile come coraggio, ma semplicemente come stupidità. Il coraggio è difendere un amico in situazioni difficili in cui nessun altro lo vorrebbe aiutare. Il coraggio è saper prendere decisioni difficili le quali a volte nessuno saprebbe prendere o a volte nessuno vorrebbe prendere poichè troppo difficili da accettare. Il coraggio è assumersi le proprie responsabilità per le azioni che si fanno giornalmente sia quelle giuste sia quelle sbagliate, ma si ha più coraggio nell’ammettere “ho sbagliato”. Il coraggio non è fare sempre ciò che tutti fanno semplicemente per non essere diverso, il coraggio è fare secondo i pensieri personali anche se ciò ti espone ad essere considerato diverso dagli altri. Il coraggio è saper fare la cosa giusta anche se ciò significa andare contro corrente ed esporti alle burla generali degli altri.

L’eroe è giusto, ciò non è inteso come giustizialismo, ma come il saper vedere l’azione giusta da svolgere in favore di qualcuno, non sempre il giusto è dove tutti guardano.

A volte l’eroe rischia la propria vita per salvare quella degli altri; non sempre, ma a volte è necessario ed inevitabile, queste sono azioni coraggiose e difficili per cui solo l’eroe sa scegliere e ponderare perfettamente la tempistica in cui agire. A volte l’eroe muore a volte l’eroe sopravvive, ciò non sminuisce il suo “lavoro” ma fa parte della vita. Sicuramente non è obbligatorio morire per essere un eroe.

Ci sono eroi che lo sono solo per un giorno, per un ora o per qualche minuto per poi ritornare alla loro vita di sempre pentendosi di ciò che hanno fatto o semplicemente dimenticandosene; altri diventano eroi per caso ma poi scelgono quella vita per tutta la loro esistenza. Alla base vi è sicuramente un fattore caratteriale e una buona predisposizione solita degli eroi e risolvere i guai di altri.

L’eroe è consapevole degli effetti che ogni sua azione può provocare, per cui è una persona attenta a ciò che fa; l’eroe sa perfettamente che ogni sua azione potrebbe essere controproducente sia per se stesso sia per gli altri, per cui prima di agire cerca sempre diverse soluzioni scegliendo successivamente la più appropriata in quel momento. A volte l’istinto lo guida e la soluzione arriva spontaneamente e naturalmente.

Come è stato detto l’eroe è un essere umano per ciò è soggetto come tutti gli esseri umani a sbagliare, ciò non sminuisce il suo intero “lavoro”, ma resta solo l’errore di un momento. L’eroe dei nostri giorni non è sicuramente colui che gioca e scherza con la vita, ma colui che si impegna costantemente per il bene altrui ogni giorno della sua vita.