Un intero reparto per un piccolo intervento di chirurgia. Succede a Roma, e ad usufruire del privilegio è Renata Polverini, che ora minaccia denunce per violazione del diritto alla privacy.
Il reparto in questione, al quinto piano dell’ospedale, era stato chiuso nel periodo estivo per mancanza di fondi e personale, ma avrebbe riaperto i battenti a settembre. I tagli alle spese però non si sono abbattuti sulle esigenze della Polverini, che ha avuto a sua disposizione circa 30 posti letto e anche tre infermieri per assistenza 24 ore su 24. Mentre le liste di attesa nel Lazio sono interminabili e il cittadino qualunque deve attendere mesi per una Tac, una risonanza magnetica e un’operazione, la presidente Polverini occupa un reparto del Sant’Andrea. Se questa vicenda fosse confermata, ci troveremmo davanti a un’inconcepibile arroganza del potere, saremmo di fronte a uno scandalo intollerabile. Enzo Foschi del PD ha anche annunciato che sul caso presenterà nei prossimi giorni una interrogazione urgente al consiglio regionale del Lazio perché «ogni passaggio di questa sconcertante vicenda venga chiarito con dovizia di particolari – ha chiesto l’esponente del Pd -. Non possono esserci disparità di trattamento, soprattutto se parliamo di diritto alla salute. Il tempo dei privilegi è finito».
Ambienti vicini alla giunta Polverini, però, smentiscono trattamenti di favore: “La paziente, sarebbe stata curata in una stanza di un reparto chiuso, come avviene ogni estate, quando si dimezza il numero di malati ricoverati e una parte del personale va in ferie, per tutelarne la privacy e non creare disagi agli altri degenti. Inoltre le stesse fonti interne al centrodestra negano con altrettanta fermezza che siano stati adottati altri provvedimenti di particolare riguardo verso la governatrice”.
Molti i commenti sulla rete: “Mia mamma invece è ricoverata da domenica in pronto soccorso dove ci sono ben 83 barelle e solo 2 medici, 2 infermieri e 2 portantini per gestire 83 pazienti. – Si sfoga Carla52 sul blog del giornale “Leggo”- Donne e uomini mischiati senza nessuna sensibilità per il pudore dei pazienti, quasi tutti anziani. Spogliati, lavati e cambiati davanti a tutti. Tra i letti entra a malapena una persona, circa 30/40 cm.(….) Auguro alla signora di guarire molto presto, così da lasciare liberi i posti per quegli 83 poveri diavoli ammassati nei corridoi del pronto soccorso, e magari rendere il lavoro di quei 6 poveri ospedalieri un po’ più umano. Tuttavia mi chiedo: ma per quale ragione la sanità non è un diritto per tutti? Per quale ragione per alcuni è un lusso e per altri un inferno? Per quale ragione la signora occupa 30 stanze mentre 83 disgraziati sono in pronto soccorso in attesa di ricovero?”.
La Polverini al contrattacco– Dopo la divulgazione della notizia del ricovero della governatrice del Lazio Renata Polverini, non ha tardato ad arrivare la risposta dell’interessata, che ha deciso di procedere per vie legali contro quella che ritiene “una vergognosa strumentalizzazione politica di un fatto privato che comporta una lesione gravissima dell’immagine e del diritto alla privacy”. Ad occuparsi della questione, l’avvocato Irma Conti. “L’avvocato Irma Conti ha ricevuto in mattinata l’incarico da parte di Renata Polverini di procedere in ogni sede giudiziaria, civile e penale, oltre che presso il competente garante per la privacy, nei confronti del consigliere regionale Enzo Foschi per la divulgazione di un fatto personale e relativo alla Sua salute di cui la stessa non ha dato alcuna notizia o autorizzazione alla divulgazione.” “Siamo di fronte ad una vera e propria barbarie messa in atto da parte del consigliere Foschi. Si tratta di una vergognosa strumentalizzazione politica di un fatto privato che comporta una lesione gravissima dell’immagine e del diritto alla privacy, soprattutto in materia di salute di Renata Polverini. Non è stato richiesto alcun privilegio e nessun intervento sull’organizzazione ospedaliera è stata effettuato dalla Regione o dalla stessa interessata per le 24 ore in cui è stata ricoverata presso l’Ospedale pubblico S. Andrea.”