Al Presidente della Giunta regionale on. Renata Polverini
Al Presidente del consiglio regionale del Lazio on. Mario Abbruzzese
Signori Presidenti,
le vicende che hanno riguardato il Consiglio regionale del Lazio relative al caso Fiorito e non solo, impongono una forte risposta.
Le associazioni scriventi sono convinte della necessità di effettuare una seria razionalizzazione della spesa. Tuttavia riteniamo che non sia giusto considerare tra le Commissioni da cancellare la Commissione speciale per la lotta alla criminalità. La soppressione di tale Commissione per l’opinione pubblica attenta alle tematiche della sicurezza, potrebbe sembrare la scelta di un capro espiatorio che prescinde dalle attuali vicende aperte dal caso “Fiorito” che devono richiedere ben altre risposte.
Nel rivedere perciò il numero delle Commissioni consiliari, proponiamo che la Commissione sicurezza e lotta alla criminalità permanga, rafforzata nelle sue funzioni in quanto obiettivo prioritario della attuale amministrazione regionale che deve confermare l’impegno di contrasto alle mafie.
Le indagini della Procura antimafia di Roma insieme a quelle di altre Procure come quelle di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Milano, testimoniano come nella nostra regione ormai da decenni si registra un forte radicamento delle mafie storiche e in particolare della ‘ndrangheta e della camorra con il clan dei casalesi e il clan Mallardo.
Le mafie nel Lazio e su Roma (capitale dello Stato), hanno messo le mani su rilevanti speculazioni immobiliari come testimoniano i sequestri di beni e di quote societarie ordinati dalle Procure antimafia di Roma, Napoli e Reggio Calabria.
Le mafie nel Lazio da tempo rappresentano una minaccia per la vita democratica nonché una fonte d’inquinamento della pubblica amministrazione. I Comuni per i quali sono stati disposte commissioni di accesso sono tre (Nettuno, Ardea, Fondi), un solo consiglio comunale (Nettuno) è stato sciolto, in altri tre centri (Pomezia, Formia, Minturno) indagini delle forze dell’ordine hanno individuato tentativi di infiltrazione e condizionamento del tessuto politico o amministrativo locale da parte delle organizzazioni criminali.
La Commissione regionale, con ogni maggioranza politica, riveste da tanti anni un ruolo di interlocutore importante con le associazioni e la società civile, contribuendo a tenere alta la tensione su determinate aree del Lazio dove le organizzazioni mafiose sono ben radicate. La Commissione inoltre sia nella precedente legislatura che in quella attuale, è intervenuta con forza sulle tematiche del lavoro nero, della criminalità ambientale, del rapporto mafia – politica. La Commissione in questa legislatura ha denunciato le mire della criminalità sul Parco Nazionale del Circeo oggetto di una vera e propria campagna di incendi dolosi, ha monitorato l’escalation dei delitti di stampo mafioso nella capitale presentandosi sempre come un forte interlocutore per la società civile e per le istituzioni.
Sarebbe particolarmente strano, stante questa situazione, che si procedesse ad eliminare un così valido strumento di intervento della Regione Lazio indebolendo fortemente il lavoro complessivo delle diverse Istituzioni e dando l’idea dell’abbandono di un importante obiettivo politico della Amministrazione Polverini.
Alla luce di questi fatti vi chiediamo di mantenere operativo quest’organismo affinchè non cali la tensione sul grave fenomeno delle mafie nel Lazio.
Gianni Ciotti – Segretario generale provinciale Roma SILP CGIL
Luisa Laurelli – già presidente della Commissione sicurezza Regione Lazio
Luigi De Ficchy – Procuratore della repubblica di Tivoli
Francesco Forgione – Ex presidente della commissione parlamentare antimafia
Enzo Ciconte – Prof. di storia della criminalità organizzata Roma 3
Massimo Alberghini – Associazione coordinamento antimafia Anzio – Nettuno
Alfredo Di Giovampaolo – Inviato tgr Lazio
Andrea Palladino – Giornalista Il Fatto quotidiano e Il Manifesto