Le insostenibili nomine Rai azzerato il punto di vista delle donne
La Rai è riuscita ad azzerare le donne. Nessuna direttrice ai Tg. Neppure una per salvarsi l’anima. Una informazione targata al maschile, con buona pace delle campagne “No Woman No Panel” della presidente Marinella Soldi. Con buona pace della Costituzione (l’art. 3). Con buona pace degli atti d’indirizzo della Commissione di Vigilanza sulle pari opportunità che, una riga sì e l’altra pure, chiedono alla Rai di non discriminare le donne.
Il voto di oggi, giovedì 25 maggio, con l’accordo fatto e i curriculum depositati. La presidente Soldi annuncia che non voterà, ma i voti della maggioranza, con il nuovo amministratore delegato Roberto Sergio, sono sufficienti.
Alla Rai – come a La7, come a Mediaset, come a Sky – nell’informazione è stato annullato il punto di vista delle donne. La Rai, però, ha degli obblighi in più, di cui troppo spesso fa vanto.
Una vergogna.
Una spartizione politica con un manel impressionante; incapaci di vedere altro che uomini per tenere il timone dei tg. Le donne? Ce ne saranno tante, sicuramente, basta che siano piazzate dove il loro punto di vista è soffocato dalle decisioni del capo.
Nel rigoroso rispetto dei fatti e dei numeri, le giornaliste di Giulia denunciano l’insostenibile squilibrio di genere e la deriva dell’informazione del servizio pubblico, su cui la politica non molla la presa.