A fotografare la criminalità organizzata nel Lazio è l’ultimo studio dell’associazione Libera (basato sui dati della Direzione Centrale Servizi Antidroga), da cui emerge come la regione sia uno degli snodi nevralgici per il commercio di stupefacenti in Italia. Nel 2011, infatti, sono state 2.862 le operazioni antidroga nel Lazio, seconda solo alla Lombardia, con un incremento pari al 20,86% rispetto al 2010, per un totale di kg 7.945 di droga sequestrata (+307,18% in un anno). E’ una rete di ben 46 clan quella che ormai da anni ha stretto la Capitale e l’intera Regione, una presenza silenziosa che acquisisce le imprese attraverso l’usura e ha ormai permeato anche zone come il centro storico della Città Eterna e infiltrato realtà importanti come il mercato ortofrutticolo di Fondi. E le attività dei clan vanno dal riciclaggio al traffico di stupefacenti, dall’usura al mercato della prostituzione e del lavoro nero, fino al controllo della grande distribuzione e degli esercizi commerciali. “Va segnalato – sottolineava nell’ottobre dello scorso anno il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia – come la posizione geografica e la presenza di scali aerei e marittimi internazionali favoriscano un elevato e costante flusso di stupefacenti, in cui sempre più spesso intervengono organizzazioni straniere”. Una relazione, quella del prefetto Pecoraro, che permette di conoscere per nome e cognome quei 46 clan citati da Libera che negli anni si sono spartiti la Capitale. Presenti nel territorio regionale oltre che la Camorra nel basso Lazio, anche Cosa Nostra, a Roma e sul Litorale fino a Civitavecchia. E la ‘Ndraghetra: le Ndrine – secondo la relazione del prefetto – sono presenti anche nel circondario di Velletri, nella zona di Nettuno e Anzio, con le famiglie dei Gallace, Novella. Nella zona di Tivoli e Palestrina, invece, è stata registrata la presenza di alcune famiglie legate alla ndrina attiva nella zona di Sinopoli. Ed elementi legati alla Ndrangheta si registrano anche nei comuni di Rignano Flaminio, Castelnuovo di Porto, Morlupo e Campagnano di Roma.