La più grande manifestazione degli ultimi dieci anni, quella che ieri ha attraversato le strade della Capitale. In 200mila hanno sfilato provenienti da tutta Italia. Centinaia le associazioni laiche, cattoliche, reti di cittadinanza che hanno risposto all’appello della CGIL: “La via maestra- insieme per la Costituzione“.
“Il governo aumenta i condoni e non combatte l’evasione fiscale che in Italia è di 110 miliardi”. Così Landini, dal palco di piazza San Giovanni, rimarcando le priorità del sindacato: il lavoro, con la lotta alla precarietà, il rinnovo dei contratti, i salari, la sanità, una riforma fiscale “degna di questo nome” dice Landini. “Vanno cambiate le leggi sbagliate fatte negli ultimi 20 anni”
“Abbiamo il dovere di cambiare il Paese, la società che con scelte sbagliate ha aumentato le disuguaglianze. E’ il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che non si può cambiare, che bisogna subire. Cio che ci unisce qui è la Costituzione”, che va “difesa e attuata”.
“È arrivato il momento di introdurre un salario orario minimo sotto il quale nessun lavoratore possa essere pagato: 5-6 euro all’ora sono paghe da fame, inaccettabili”. “Dobbiamo riaffermare un punto: chi produce la ricchezza di un paese è chi lavora, non è la finanza e per questo la ricchezza prodotta da chi lavora deve tornare a chi lavora. Non si può essere poveri lavorando, non è un lusso e un diritto, è la democrazia, è la libertà”.
“Sciopero, sciopero, sciopero generale”. È il coro che è partito da una parte del pubblico di piazza San Giovanni, nel corso dell’intervento del segretario Maurizio Landini. L’avviso di un autunno che, anche a causa l’inflazione galoppante, si preannuncia caldo. Contro un governo che in un anno non ha adottato alcun provvedimento di aiuto alla parte più disagiata del paese, a chi pur con tutti sacrifici non arriva a coprire le spese a fine mese.
Per don Luigi Ciotti: “I principi della Costituzione sono stati traditi. C’e’ stata una vera e propria prostituzione morale sul corpo sacro della nostra Costituzione e anche la Resistenza e’ stata, negli anni, svuotata di contenuto fino a diventare adattamento, non cambiamento. E allora io dico: ci sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un dovere morale, una responsabilità, un imperativo etico. Non possiamo tacere”, ha poi sottolineato il fondatore di “Libera”.