Si chiude un anno: le riflessioni e gli auguri del direttore

Care lettrici e lettori, cari amici, difficile fare un bilancio di questo anno che termina.

Dall’aumento dei conflitti e della violenza ai devastanti effetti dei cambiamenti climatici, il 2023 è stato un anno drammatico per milioni di persone nel mondo, tra emergenze, guerre, crisi climatica.

E su questi tre argomenti vorrei porre l’attenzione in chiusura di questo anno.

Femminicidi.Una lunga scia di sangue quella che lega il destino di centinaia donne vittime di violenze nel nostro paese. Nel Global Gender Gap del World Economic Forum, sui Paesi con comportamenti virtuosi nei confronti delle donne, l’Italia è precipitata al 79mo posto. Al ritmo attuale ci vorranno 132 anni per raggiungere la parità totale. Dopo decenni di battaglie femministe, siamo ancora costretti a constatare la visione del corpo della donna come oggetto da possedere, da sottomettere, da usare, figlia della peggiore cultura arcaica e patriarcale. Serve una rivoluzione culturale, ma per attuarla è necessario investire in una formazione sistemica e in un ruolo diverso della donna nella società.

Guerre. Nel 2023 con la guerra in Ucraina ancora in corso, il 7 ottobre con l’attacco di Hamas ad Israele si è aperto un conflitto ancora più sanguinoso con il massacro in Terra santa del popolo palestinese. Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti e a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni. Occorre invece far vincere la pace, ripristinare il diritto internazionale violato, garantire la sicurezza condivisa.

Clima.Sono 378 gli eventi climatici estremi che hanno colpito l’Italia nel 2023, più di uno al giorno. Si tratta del 22% in più rispetto al 2022 e dimostrano come gli effetti della crisi del clima, indotta dalle attività umane, stiano colpendo pesantemente il nostro paese assieme al resto del mondo. Non c’è più tempo, occorre invertire la rotta o il nostro pianeta come lo abbiamo conosciuto cesserà di esistere, genere umano compreso.

Per questo non possiamo arrenderci, l’odio, la violenza e gli interessi economici non possono avere la meglio sui destini dei popoli.  Facciamo in modo che il 2024 sia un anno di fiducia e speranza, di pace  e consapevolezza.

Noi nel nostro piccolo continueremo ad informare i nostri lettori, con l’obiettivo di attenerci alla verità, anche sulla presenza pervasiva delle mafie nei nostri territori.  Pubblicando anche notizie positive cercando di valorizzare chi nel sociale e dentro e fuori delle istituzioni lavora per il bene comune.

Buon anno, dunque. Buon anno di cuore. Alle migliaia di lettori che ci seguono ogni giorno. Auguri a tutti quelli che contribuiscono a fare con passione in modo volontario il nostro Inliberauscita: la caporedattrice Roberta Sciamanna, i collaboratori Valerio Pizziconi, Claudia Mancini, Clara Habte, Eros Razzano, Sonia Federico, Eduardo Saturno, Americo Salvatori e ai tanti che ci spronano ad andare avanti nella nostra difficile e bellissima avventura editoriale.

Il direttore Claudio Pelagallo