Juliane Assange, il “Day X è arrivato”. Facciamo rumore per il diritto di essere informati

Il 20 febbraio l’Alta Corte di Giustizia Britannica deciderà se espatriare il giornalista negli Usa

Il giorno in cui l’Alta Corte di Giustizia Britannica deciderà se espatriare Julian Assange negli Stati Uniti è dietro l’angolo e, l’Italia si mobilita, si è svolta, oggi, presso il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti la conferenza stampa de “Il Day X è arrivato” durante il quale sono presentate le iniziative previste per il 20 febbraio, giorno del verdetto. L’incontro promosso da Free Assange Italia, Articolo 21, La mia Voce per Assange e Amnesty International Italia.

Tra il 20 ed il 21 febbraio sarà, infatti, il momento in cui l’Alta Corte di Giustizia Britannica si riunirà per decidere in merito all’istanza d’Appello presentata dai legali di Julian per scongiurare la sua estradizione. «Sono dunque giorni decisivi per il destino di Julian Assange e per la libertà di stampa -sottolineano i promotori dell’incontro- Pertanto, rispondendo all’appello di Stella Moris Assange, avvocata e moglie di Julian, in tutto il mondo si terranno eventi di mobilitazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso del giornalista australiano».

A moderare la conferenza stampa Vincenzo Vita, garante di Articolo 21 che ha ringraziato tutta la rete che sostiene la battaglia per Assange, ossia Articolo 21, “la mia voce per Assange”, #rete NoBavaglio, Amnesty, MoveOn, Fnsi, presente con il presidente Vittorio Di Trapani, Usigrai, rappresentata dal segretario Daniele Macheda, l’Ordine dei Giornalisti del Lazio presente con il presidente Guido D’Ubaldo e hanno partecipato Beppe Giulietti di Articolo 21, Stefania Ascari deputata M5S, Massimiliano Smeriglio europarlamentare indipendente, Tina Marinari di Amnesty International e i giornalisti, Marino Bisso, Riccardo Iacona, Stefania Maurizi, Alberto Negri e Marco Tarquinio.

Ad aprire la conferenza sono stati i saluti di Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti: «Siamo lieti di ospitare questa conferenza stampa. Noi siamo parte di questa battaglia per conoscere le pagine scure non solo le pagine chiare. Siamo convintamente presenti in questa battaglia, io personalmente e altri saremo presenti alle manifestazioni del 20 per sottolineare questo sforzo contro quello che è un attentato alla democrazia». Nel corso della conferenza Tina Marinari di Amnesty ha sottolineato come «l’unica persona che viene processata per i crimini di guerra denunciati da Assange è Julian Assange. Paradossale. Ricordiamoci che questo giornalista, questo detenuto ha subito la violazione di tutti i diritti umani, compreso quello di difesa. La battaglia per la liberazione di Assange è fondamentale per noi».

Il giorno giusto prima del 20 febbraio, la data di quello che Riccardo Iacona ha definito «l’ultimo appello» per evitare l’estradizione del giornalista. «Questa vicenda avvolta nel buio delle fake news,  -ha aggiunto Iacona- quanta macchina del fango attorno ad Assange! Ha funzionato così bene che per dieci anni è quasi sparito dai media. Ora la vicenda si presenta nella sua cristallinità, ci deve interessare per le nostre povere democrazie. Abbiamo un giornalista in galera da 5 anni nella patria della democrazia, in Gran Bretagna, non sono ostati concessi nemmeno i domiciliari. Voglio ricordare che Augusto Pinochet è stato mandato ai domiciliari! Pinochet! Assange, invece, si trova lì per aver fatto il suo mestiere. Sarebbe la prima volta che un giornalista verrebbe processato in Usa con una legge sulle spie. Questa battaglia è importante anche in considerazione del fatto che le democrazie dimagriscono e le autarchie ingrassano”.

Dove andrà Assange se verrà estradato negli Stati Uniti? Lo ha illustrato bene Stefania Maurizi, la giornalista che per prima e all’inizio da sola: «C’è il rischio reale che possa finire in un regime di detenzione assolutamente degradante. Questo è un caso assolutamente avvolto nel segreto. Chi prova ad accedere agli atti di questo caso trova ostacoli incredibili, come è accaduto a me. Se va negli Stati Uniti avrò problemi anche a vedere i suoi avvocati. nel momento in cui viene estradato, Assange sarà finito.  Dire che lui ha fatto un giornalismo focalizzato solo sui crimini di guerra degli Stati Uniti non è vero. I documenti contengono i crimini anche dei talebani. Si vuole farlo apparire come uno che vuole distruggere gli Stati Uniti e questo non è vero». Per Giuseppe Giulietti, coordinatore dei Presidi di Articolo 21: «Facciamo un appello da qui, questa sala è piena ma temo che non andrà in onda in Rai. Sbagliano i giornalisti che pensano che questo sia un affare della famiglia Assange, i bavagli generano contagio. Assange non è un caso estremo, è un caso terribile ed ha a che fare con la libertà di stampa ma anche con altro, con la pace per esempio, col massacro di Gaza. C’è il tentativo di oscurare argomenti sulla pace, sul traffico di armi. Facciamo un appello comune per dare una scorta  mediatica anche ad Assange, facciamo un appello al sindaco di Roma perché sia data la cittadinanza. Questo non è un problema dei familiari di Assange. E’ un problema dell’informazione. E anche la Rai non può oscurare Assange».

Lunedì 12 febbraio, sempre a Roma presso la Sala Ovale del Parco delle Energie in va Prenestina 175, si svolgerà l’inaugurazione della mostra di fotografia etica “Hurry Up!” alla presenza dell’autrice Antonietta Chiodo, del politico Vincenzo Vita e dello scultore Davide Dormino, autore di una scultura su Assange, Snowden e Mannig con accanto una sedia vuota, che ha fatto il giro d’Europa.

Ricordiamo che il giornalista australiano è detenuto da oltre quattro anni in un carcere di massima sicurezza londinese, senza accuse né processo; il 17 giugno 2022 è stato firmato l’ordine di estradizione verso gli Stati Uniti, dove rischia fino a 175 anni di carcere per aver rivelato al mondo la verità sugli abusi e i crimini di guerra commessi dalle forze americane in Iraq e in Afghanistan. Ma questa battaglia va oltre l’uomo Assange, perché se Julian pagherà con la vita l’aver svolto il suo mestiere fino in fondo, saranno a rischio il giornalismo investigativo libero e il nostro diritto a conoscere la verità su fatti di pubblico interesse, valori fondamentali della democrazia. Perciò non possiamo permettere che Julian venga estradato. Difendere, scrivere e chiedere con fermezza che ciò non avvenga è chiedere non sono la libertà di informare ma soprattutto la libertà di essere informati.

Juliane Assange ha pubblicato materiale di interesse pubblico, immagini che hanno dato risposte a fatti: oggi chiediamo con forza di consentire ai giornalisti di entrare a Gaza, ecco non può diventare il “precedente Assange” perché significherebbe il funerale dell’informazione. Informazione libera. Non è una presa di posizione personale quella di associazioni e realtà giornalistiche, dei movimenti FreeAssange, Amnesty International, istituzioni della stampa ma il segnale che l’informazione è al fianco di tutta la cittadinanza.

Tra le iniziative messe in campo segnaliamo “Cittadinanza onoraria per Julian Assange: “Un gesto di umanità, un atto in difesa della democrazia e della libera informazione””. Da tempo molte associazioni – Free Assange Italia, Italiani per Assange, La mia voce per Assange, Fnsi, Amnesty Italia, Articolo 21, Usigrai, Odg, Anpi, Rete NoBavaglio – si sono mobilitate perché si metta fine alla persecuzione e sia liberato Julian Assange: “Fare informazione e il giornalismo non sono un reato” a cui molte Amministrazioni hanno risposto positivamente come Reggio Emilia, Padova, Riano, Monterotondo, Napoli, molti Municipi della Capitale, Bari per citarne alcune. Molti sindacati dei giornalisti europei hanno consegnato la tessera  ad Assange e, sono risposte chiare e precise: essere al fianco del giornalista australiano significa essere al fianco dei cittadini. Il diritto di essere informati, ribadiamo, è alla base della democrazia.

In un contesto geopolitico attuale è una risposta che la società civile tutta ha il dovere di dare per il presente e soprattutto per il futuro.

La staffetta in Emilia Romagna. In Emilia Romagna gli attivisti del movimento per Assange, insieme ad Amnesty International Emilia Romagna e ad altre associazioni presenti nel territorio, dal 9 fino al 18 febbraio sono impegnati in una maratona speciale, che coinvolge diverse realtà della regione, compreso il capoluogo, per chiedere a gran voce la liberazione del fondatore di WikiLeaks. Una maratona di eventi, uno per ognuno dei territori interessati, per favorire la crescita di consapevolezza di cittadine e cittadini sul caso Assange e sulle sue implicazioni. Il 9 febbraio a Casina (RE) è in programma una conferenza promossa dagli attivisti in collaborazione con l’amministrazione comunale; sabato 10 alle 10 a Parma con un “presidio creativo” promosso da Donne in Nero e Casa delle Pace; sabato pomeriggio il testimone passerà a Cesena, dove gli attivisti realizzeranno un flash mob; lunedì 12 a Modena gli attivisti allestiranno un banchetto informativo per la cittadinanza; martedì 13 sarà la volta di Ferrara dove gli attivisti hanno optato per la proiezione del film documentario “Hacking Justice”; giovedì 15 a Bologna il Movimento locale ha organizzato un’intervista a Sara Chessa, giornalista e autrice del libro “Distruggere Assange. Per farla finita con la libertà d’informazione”, cui seguirà la proiezione del documentario “Julian Assange. Il prezzo della verità”; sabato 17 al mattino a Reggio Emilia è previsto un sit con letture nella piazza del mercato contadino, organizzato dal Movimento e da Amnesty Reggio E.; mentre nel pomeriggio di sabato 17 a Ravenna sarà organizzato un presidio di fronte al municipio a cura di Free Assange Ravenna e Faenza. La staffetta si concluderà domenica 18 a Cavriago (RE) con flash mob e volantinaggio al mercato,organizzati dal Movimento della Val d’Enza.

Non possiamo voltarci, non dobbiamo voltarci. Facciamo rumore.

#NonPerNoiMaPerTutti

Per tutte le iniziative https://www.freeassangeitalia.it https://www.amnesty.it/free-julian-assange-mobilitazione-globale/

Mary Kostakidis: Assange’s Very Life Is at Stake

ADESIONI CITTADINANZA ONORARIA

Articolo 21, Free Assange Italia, Italiani per Assange, La mia voce per Assange, Rete NoBavaglio – liberi di essere informati, ANPI Nazionale, ANPI provinciale Roma, ARCI Roma, ACLI Roma Lazio, OdG-Ordine dei Giornalisti del Lazio, Forum Terzo Settore Lazio, Legambiente Roma Lazio, FNSI, Associazione Stampa Romana, CGIL Roma e Lazio, Amnesty International Italia, UISP, USIGRAI, Giuristi Democratici, Antigone, Forum Terzo Settore, Agenzia Pressenza, UDU Roma, Casetta Rossa, Sezione ANPI Teresa Noce di Fiano Romano, Sezione ANPI Giacomo Matteotti Riano – Flaminia Tiberina; RETE NOBAVAGLIO Roma -Nord, SPI CGIIL LEGA VALLE Del TEVERE, Comitato popolare Lula Livre, Arci Liguria, Forum Terzo Settore, Associazione giornalisti Liguria, Arci Liguria, Legambiente Liguria, Comunità San Benedetto al porto, Memorie e Progetti Pieve Ligure, Rete NoBavaglio Liguria, MoveOn Italia, Stampa Critica, Associazione Per i Diritti Umani…E ancora: Il Fatto Quotidiano, Il Manifesto, Edizioni Mia, Punto Critico, Roma Report, InLiberaUscita, Micropolis, Italia Libera, Stampa Critica, Libera Informazione…Fiom Lazio, Coordinamento Anpi Veneto, Conscom, Associazione SenzaConfine, Rete Kurdistan Italia, Uniti per la Costituzione Comune di Genova, Uniti per Ceranesi, LibertàeGiustizia Lazio, Rete NoBavaglio Viterbo, Rete NoBavaglio Anzio Nettuno Latina, Rete NoBavaglio Sicilia, Rete NoBavaglio Lombardia, AURELIO in Comune, Officine Civiche Ciampino, Ciampino Bene Comune, Sezione ANPI SAN LORENZO…Comune di Roma, comune di Reggio Emilia, Comune di Napoli, Comune di Bologna, comune di Pescara, Comune di Messina, Comune di Marcellinara, Comune di Castelnuovo Cilento, Comune di Marcellinara, Comune di Lucera, Comune di Pinerolo, Comune di Impruneta, Comune di Chiusi, Municipio 8 Rm, Municipio 3 Rm, Municipio 5 Rm, Municipio 13 Rm, Municipio 7 Rm, Municipio 4 Rm, Municipio 6 Rm, Municipio 10 Rm, Comune Monterotondo, Comune di Riano, comune di Bari.