Il governo Meloni, tramite l’Inps, ha interrotto i pagamenti degli anticipi del trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici. E tutto questo nonostante le numerose promesse fatte finora. Gli statali quindi non hanno più alcuna possibilità di presentare nuove domande. L’ultimo giorno utile è stato il 24 aprile 2024, in seguito al quale si è rinviato tutto a “data da destinarsi”.
Il motivo di tutto ciò è rintracciabile nel quasi esaurimento delle risorse, che, nonostante i numerosi proclami del centrodestra, non sono state aumentate.
Quando si parla di Tfs, si fa riferimento alla cosiddetta liquidazione per i dipendenti pubblici, nel caso di assunzione prima del 2001.
Uno stop che grava ulteriormente su quelli che sono già i termini cronologici per l’erogazione, che attualmente vanno da 105 giorni a 24 mesi, a seconda delle cause del rapporto di cessazione del lavoro.
Questo blocco è in netto contrasto con il chiaro messaggio lanciato dalla Consulta a giugno 2023. La Corte Costituzionale infatti vincolava lo Stato a mettere fine ai ritardi, tramutatisi in alcuni casi in anni d’attese, sul pagamento della liquidazione ai dipendenti statali. Un sistema che venne definito portatore di “lesioni delle garanzie costituzionali” del lavoratore. E invece il governo Meloni fa l’esatto contrario, con buona pace di chi ha creduto alle promesse elettorali del centrodestra.
Roberto Alicandri