Si è svolta ieri mattina, presso l’aula magna della scuola media Virgilio, la cerimonia di premiazione dell’albo d’oro.
Il riconoscimento è andato a tutti i ragazzi usciti dall’Istituto anziate con votazione di 10 e 10 con lode, a partire dall’anno scolastico 2018/19 fino allo scorso 2022/23.
Il momento celebrativo, svolto alla presenza di ragazzi e genitori, si è aperto con un’esibizione musicale affidata al coro delle classi 2A e 2B e diretto dalla prof.ssa Maria Ausilia D’Antona.
A seguire l’introduzione della docente Laura Casella che ha coordinato l’evento e i saluti della Dirigente portati dalla Vicepreside Donatella Cosenza. È stata proprio quest’ultima a ricordare i cambiamenti che hanno interessato la comunità scolastica, e non solo, negli ultimi anni: dagli esami svolti in Didattica a distanza, ai protocolli anti-Covid che molti degli ex alunni presenti in sala hanno sperimentato con non pochi disagi.
Toccanti le parole di una lettera aperta ai ragazzi, scritta dalla prof.ssa Casella e letta dalla docente Marianna Bellobono, nella quale l’elogio all’eccellenza passa attraverso la descrizione del rapporto docente – alunno, tra le aspettative del mondo adulto, la voglia di curiosità che supera il senso del dovere e la fatica che diventa dedizione.
Essere bravi, intendo.
Hai gli occhi di tutti puntati addosso; le spalle curve per lo studio e per il peso delle aspettative di chi ti vive intorno.
I tuoi genitori hanno scommesso tutto su di te, sulla loro preziosa progenie, e tu, senza sapere nemmeno come, hai messo anche questo fardello nello zaino che ogni giorno ti ha accompagnato a scuola. “Non posso scendere oltre la soglia, altrimenti deluderò i miei!”
I professori, poi, quella specie di esseri umani che vivono solo dalle 8:10 alle 14:10, contano su di te: è rasserenante pensare che almeno un paio dei tuoi alunni ti stiano a sentire e ti restituiscano buona parte della fatica che hai fatto per insegnare loro qualche cosa di bello. “Non posso sbagliare: cosa potrebbe pensare il prof?”
E i tuoi compagni? Ah, quelli sì che ti caricano, ti caricano nel senso letterale del termine! E ti scaricano! Secchione, per loro sei un secchione, un grosso secchio pieno delle immonde, inutili, pesanti nozioni che la scuola ti butta addosso.
Eppure io lo so, lo so quanta fatica hai fatto, lo so quanto impegno hai dedicato allo studio, lo so quante rinunce ti è costata la dedizione che hai offerto alla conoscenza.
Tutto quello che sembrava scontato e “naturale” per gli altri, era frutto di zelo, di testardaggine, di sudore. Per non parlare delle volte in cui venivi dimenticato, perché c’era sempre qualcuno che aveva più bisogno di te delle spiegazioni in classe. “Tanto sei capace, no?” Quante ore avrai dedicato ai tuoi compiti! Quante volte hai dovuto dire di no ai tuoi amici, perché dovevi studiare.
Dovevi. E, spero, volevi!
Sì, perché, con questa storia del “dovere prima del piacere”, il mondo ha trasformato il momento della scoperta nel dovere della conoscenza. Invece dentro di te sapevi che, ogni volta che ti piegavi sui libri, in fondo tu lo volevi, perché alla fine è bello così, dà soddisfazione, crea respiro riuscire a rispondere alle domande dei prof o ai dubbi dei tuoi compagni.
E allora hai trasformato quella fatica in dedizione e hai provato con tutte le tue forze a dare meno peso alle aspettative dei grandi per lasciare spazio alla tua curiosità, hai accettato che alcuni tuoi compagni avessero più bisogno di te dell’attenzione dei proff.
Oggi però è il tuo giorno: voglio ringraziarti per tutto quello che mi hai restituito (che vale molto di più di qualunque stipendio a fine mese), per la pazienza che hai avuto quando sembrava che pensassi poco a te, per la tua costanza e per la tua curiosità.
E voglio che tu sappia che anche quando sbaglierai e non riuscirai ad ottenere il massimo, sarò sempre fiera di te!”
Prof.ssa Laura Casella