“Inquietante segnale di un pericoloso indebolimento dei presidi di legalità nella lotta alle mafie e corruzione faticosamente istituiti nell’arco dell’ultimo decennio. E’ chiaro che le politiche del Governo e della maggioranza che lo sostiene stanno producendo “scientificamente” condizioni più propizie per una pratica indisturbata, impunita ed estremamente profittevole di svariate forme di “abusi di potere per fini privati”, ben presto non più perseguibili come reati dalla magistratura, né segnalabili come tali dalla stampa, e perciò non più riconoscibili dall’opinione pubblica.” In una nota Libera di Don Ciotti sull’approvazione alla Camera della Riforma del Ministro della Giustizia Carlo Nordio
“E’ riconoscibile-prosegue Libera nella nota- una volontà di indebolire tutti i meccanismi di controllo istituzionale e civico sulla gestione del potere pubblico, invocando presunte esigenze di snellezza procedurale, oppure richiamando principi di pseudo-garantismo. Basta citare, sul versante penale, la cancellazione dell’abuso di ufficio, reato-sentinella che spesso in passato ha permesso agli inquirenti di scoperchiare sottostanti sofisticati circuiti corruttivi e di malaffare; il drastico restringimento del campo di applicazione del reato di traffico di influenze illecite, che renderà l’azione dei mediatori e dei faccendieri perseguibile solo in presenza di “contatti” concretamente e deliberatamente utilizzati tramite contropartite di natura economica per indurre i funzionari ad atti contrari ai doveri d’ufficio; la stretta all’impiego delle intercettazioni e nelle indagini per reati contro la pubblica amministrazione; l’ennesima riforma della prescrizione, che ne restringe i termini di nuovo a garanzia dell’impunità dei potenti coinvolti in procedimenti penali;. Una strategia- conclude Libera- che, in piena continuità con l’ abrogazione dei controlli in itinere della Corte dei Conti, conferma l’insofferenza di questa maggioranza nei confronti dei meccanismi istituzionali di salvaguardia dello Stato di diritto, tra cui l’indipendenza della magistratura e dell’informazione.”