Semi piantati, da curare, custodire e far crescere. Semi di legalità, semi di speranza, semi di cultura ed educazione. Semi piantati da giovani e adulti, studenti e insegnanti, Chiesa e istituzioni, forze dell’ordine e società civile.
Si è svolta martedì 5 novembre presso il Centro Convegni Mariapoli di Castel Gandolfo, la presentazione del primo Rapporto “Scuola e legalità: incontri e racconti generativi”, che contiene i dati sui percorsi educativi alla legalità – i semi – avviati lo scorso anno nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio diocesano, a partire dal progetto “Insieme è possibile”, a cura dell’ufficio per l’Educazione, la scuola e l’Irc, diretto da Gloria Conti, che ha visto la Diocesi di Albano collaborare con le Procure di Velletri e di Latina e il Segretariato della Procura della Repubblica di Roma presso la Corte d’appello.
All’evento, presentato dalla docente dell’Istituto comprensivo “Giovanni Pascoli” di Aprilia, Patrizia Panecaldo e gestito nella fase di accoglienza dagli studenti del liceo Volterra di Ciampino, hanno partecipato il vescovo di Albano Vincenzo Viva, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, Giancarlo Amato e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Latina, Giuseppe De Falco, che hanno dialogato con gli studenti in un partecipato e coinvolgente momento di confronto.
In sala, erano presenti oltre 600 partecipanti, tra cui i sindaci di Albano Laziale Massimiliano Borelli, di Marino Stefano Cecchi, di Ciampino Emanuela Colella e di Pomezia Veronica Felici, insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine del territorio: Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza e Polizia locale che non hanno fatto mancare il loro appoggio. Tra i partecipanti vi era anche il maggiore Ermanno Soriano, nuovo Comandante del nucleo investigativo del Gruppo Carabinieri di Frascati.
Presenti in sala anche diversi dirigenti scolastici del territorio, la Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni, i rappresentanti delle Asl di riferimento, tra cui il commissario straordinario della Asl Roma 6 Francesco Marchitelli, esponenti della Bcc dei Colli Albani e del Tuscolo, della Corte di appello di Roma, dell’università Tor Vergata, con la professoressa Fabiola Massa che ha portati i saluti del rettore Nathan Levialdi Ghiron, del Ministero della Salute, dell’ordine degli Psicologi del Lazio, rappresentato dallo psicologo e psicoterapeuta Alessandro Ricci, e della diocesi di Albano, con numerosi direttori degli uffici di curia e parroci del territorio. In sala anche l’avvocato Pasquale Lattari di Latina, esperto di diritti dei minori e di reati in ambito di violenza di genere, suor Tosca Ferrante, superiora generale delle suore Apostoline, e rappresentanti della Regione Lazio e della Dcsa (Divisione centrale servizi antidroga).
Protagonisti annunciati dell’evento sono stati gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado del territorio diocesano, con le esibizioni dei piccoli alunni degli istituti comprensivi Santa Maria delle Mole e Marino Centro, della band del liceo Volterra di Ciampino e degli studenti dell’istituto Vivaldi di Marino e dell’Istituto comprensivo Nettuno I.
«All’origine di questo progetto – ha detto il vescovo Vincenzo Viva – vi era certamente, da parte della nostra comunità ecclesiale di Albano, la mortificante e preoccupante situazione di alcuni Comuni della nostra diocesi: lo scioglimento delle amministrazioni comunali di Anzio e Nettuno per infiltrazioni criminali; l’aggressione a una suora impegnata nell’accoglienza delle donne vulnerabili; un crescente sbando dei giovani, sempre più prigionieri di droghe nuove e antiche; l’indifferenza diffusa sul significato del bene comune e della partecipazione cosciente e corresponsabile alla vita pubblica; la recente operazione antimafia ad Aprilia, con il conseguente scioglimento del Consiglio comunale. Di fronte a questi segnali, la nostra Chiesa di Albano non poteva e non doveva restare in silenzio. La risposta? Un impegno concreto per la legalità, a partire dai giovani e dal mondo della scuola, perché, ne sono profondamente convinto, dove viene meno la legalità, svanisce anche la libertà, la giustizia e la dignità delle persone».
In sala è stato anche proiettato un video racconto dell’esperienza dello scorso anno, con immagini e foto degli incontri nelle scuole, a cui hanno partecipato gli stessi Viva, Amato e De Falco, e che hanno portato a marzo scorso alla firma del Protocollo di intesa sulla legalità tra la diocesi di Albano e la Procura di Velletri.
«La diocesi di Albano e le Procure di Velletri e Latina – ha detto Cristina Lozzi, del team antiviolenza della Procura di Velletri e referente del progetto per la stessa Procura – hanno scommesso sul progetto “Insieme è possibile” e i primi passi percorsi ci invitano a proseguire con volontà e coraggio, allargando la rete e coinvolgendo ancor più concretamente le istituzioni amministrative locali, le associazioni presenti sui nostri territori e il mondo del volontariato: tutte espressioni di un sentire comune e di una cittadinanza consapevole e responsabile. Perché sono queste le modalità che possono contribuire significativamente a potenziare il senso di responsabilità tra le giovani generazioni, promuovendo una maggiore consapevolezza del loro ruolo nella società. I giovani cercano guide e risposte credibili per affrontare le sfide della criminalità, dello spaccio di stupefacenti e del rispetto delle regole nel loro ambiente quotidiano, per questo è fondamentale mantenere un dialogo costante con loro su tali temi, affinché la legalità non rimanga solo un concetto astratto, ma diventi un atteggiamento da assumere, uno stile da vivere quotidianamente».
Nel corso della mattinata è stato quindi presentato il primo Rapporto “Scuola e legalità: incontri e racconti generativi”, con la sintesi dei percorsi attivati in 35 scuole di ogni ordine e grado del territorio diocesana, un’articolata lettura dei dati raccolti e la condivisione dell’esperienza vissuta nel corso dei vari incontri con gli alunni. L’intento è quello di offrire al territorio, inteso in senso ampio, il materiale prezioso raccolto, quale contributo a un processo di cambiamento che non sia solo di facciata, ma di rotta.
«Un report – ha detto Gloria Conti, direttrice dell’ufficio diocesano per l’Educazione, la scuola e l’Irc – per sua natura non prevede conclusioni, ma consegna un patrimonio di elementi su cui continuare a riflettere e confrontarsi per ulteriori approfondimenti e nuove opportunità di crescita. Noi ci poniamo su questo fronte: non diamo soluzioni, non forniamo ricette già pronte né certezze acquisite. Piuttosto, siamo consapevoli di aver aperto una strada, che però è tutta in salita, da percorrere con chiunque vorrà inserirsi nel percorso, con modalità differenti e variegate, ma tutte orientate a contrastare le mille forme di illegalità con la sola forza di leggi giuste e comportamenti onesti. Invitiamo ad allargare la rete partecipando e mettendoci la faccia tutti: chiesa, scuola, istituzioni, mondo dell’associazionismo e del volontariato», perché insieme è possibile.