La Bcc di Nettuno ha organizzato, in chiusura degli eventi per i 125 anni, un incontro riservato al personale, con il Campione Olimpico Yuri Chechi. Il Campione ha condiviso la sua storia sportiva, di primissimo piano, e la sua storia personale inevitabilmente intrecciata con le medaglie d’oro e di bronzo olimpico faticosamente guadagnate.
L’evento si è tenuto nell’aula consiliare del Comune di Nettuno. Ad accogliere i vertici della Bcc e il Campione olimpicio il Sindaco Nicola Burrini. “E’ un piacere ed un onore essere vicini alla Bcc che con il Comune ha un rapporto strettissimo, e avere l’opportunità di salutare un Campione che ha fatto la storia della sua disciplina. Vi auguro buon lavoro e spero che Yuri Chechi possa tornare a Nettuno per rappresentare e diffondere i valori dello sport di cui è incarnazione”.
A presentare l’evento il Presidente della Bcc di Nettuno Aldo Anellucci, che ha preso la parola per ricordare quanto intenso sia stato l’anno appena trascorso: dal rinnovo delle cariche sociali ai risultati record della Banca, fino alla creazione della Fondazione, la valorizzazione dei giovani, gli eventi per il 125° anno che hanno impegnato tutti e che hanno avuto un riscontro incredibile. Una Banca, la Bcc di Nettuno, che ha un passato di tutto rispetto e un futuro luminoso. Conti da record e l’obiettivo di un allargamento del fronte societario che vede al vaglio quattro diverse opportunità.
Affinché il futuro sia anche più luminoso del passato è necessario l’impegno massimo del personale della Banca, che è il suo valore più importante. Nell’ottica di una motivazione a raggiungere l’obiettivo di un costante miglioramento, l’incontro con Yuri Chchi si è rivelato un momento di riflessione, di motivazione ma anche di profondo rispetto per un uomo protagonista di una storia straordinaria.
La medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atalanta è stato per Yuri Chechi il risultato di un percorso di preparazione e formazione iniziato a 7 anni e che, a 14 anni, lo ha portato lontano da casa. “Ero un bambino piccolino, con i capelli rossi, preso di mira. I miei genitori hanno pensato che lo sport potesse aiutarmi. Abbiamo provato di tutto, ciclismo, calcio, persino il basket… giornata pessima quella prova. Poi con la Ginnastica artistica il colpo di fulmine, la passione. Mi sono allenato per anni. A 7 anni al tema scolastico “Cosa vuoi fare da grande” scrissi: voglio vincere la medaglia d’oro alle olimpiadi. Il voto fu basso, il tema troppo breve, ma le idee erano chiarissime. Mi sono impegnato al massimo. A 14 anni sono andato via da Prato per seguire il mio talento e chi era in grado di aiutarmi a raggiungere l’obiettivo. Una settimana prima delle olimpiadi sulla ginnastica artistica, per cui avevo un dono naturale, mi sono rotto il tendine d’Achille. Volevo la medaglia che sognavo da bambino, ho dovuto rinunciare al mio talento perché il danno era davvero serio e ho ripiegato sugli anelli. Non ero così dotato per questa specialità, mi sono dovuto impegnare, ogni giorno, per anni. L’oro di Atalanta è arrivato al culmine di un percorso perfetto: non ricordo niente di quel minuto che mi ha consegnato alla storia.
Grazie a quel minuto ho avuto un successo incredibile, ed ho adeguato gli allenamenti ai miei nuovi impegni. Un errore che ho pagato caro. Ho avuto un danno al legamento del braccio, il professore che mi ha operato mi ha detto che la mia carriera era finita. Ma io non ci ho voluto credere. La motivazione per tornare a vincere era forte come erano forti i dolori al braccio ogni volta che mi allenavo. Ho avuto la tentazione di mollare, ma non è accaduto. Grazie ad un lavoro di grande intensità e dolore sono arrivato alle qualificazioni delle Olimpiadi di Atene. Di quella gara – ha detto un Campione commosso – ricordo tutto. Il sacrificio che si è portato dietro. Ho vinto il bronzo, che non è un oro, ma per me vale molto di più. Mi ha insegnato che la differenza tra una vittoria e un risultato meno prestigioso va rivista nella chiave dell’impegno che ci si mette e della fatica che costa. Per me quel bronzo è stato importante più dell’oro. Avere un obiettivo è essenziale. Avere una squadra, uno staff in cui credere è essenziale, ed è essenziale che ci sia qualcuno con cui condividere i propri risultati anche se nel momento clou si è da soli”.
Il Campione è stato applauditissimo dalla platea. Al termine dell’incontro è stato il Direttore di Bcc Nettuno Rocco Masullo a ringraziare il campione olimpico per aver condiviso la sua storia e le sue emozioni profonde, senza dimenticare di vincolare il personale Bcc al massimo impegno per mantenere i risultati straordinari raggiunti nel 2024. Infine il Presidente Anellucci, che con Yuri Chechi ha un rapporto personale di amicizia, ha reso ancora più chiara la grandezza del Campione ospite a Nettuno: “Ho provato a fare gli anelli, lo dico senza remore, la posizione che ha consacrato Yuri Chechi, senza un lavoro intenso di anni, è assolutamente impossibile”.