di Raffaele Panico
L’ammiraglio Byrd venne intervistato da Lee van Atta, dell’International News
Service, a bordo della nave di comando della spedizione USS Mount Olympus.
L’intervista apparve nell’edizione di mercoledì 5 marzo 1947 del quotidiano
cileno El Mercurio e trattava degli addestramenti dell’operazione. In questa è
scritto: “l’ammiraglio Richard E. Byrd ha avvertito oggi che gli Stati Uniti
dovrebbero adottare misure di protezione contro la possibilità di un’invasione
del paese da parte di aerei nemici provenienti dalle regioni polari. L’ammiraglio ha spiegato che non stava cercando di spaventare nessuno, ma la cruda realtà è che in caso di una nuova guerra, gli Stati Uniti potrebbero essere attaccati da aerei che sorvolano uno o entrambi i poli”. Affermazione dovuta, come parte di una ricapitolazione della sua esperienza ai due poli Nord e Sud, in un’intervista esclusiva con International News Service. Sull’ultima spedizione completata, Byrd affermava che il risultato più importante delle sue osservazioni e scoperte è.il potenziale effetto che hanno in relazione alla sicurezza degli Stati Uniti. “La fantastica velocità con cui il mondo si sta restringendo – diceva l’ammiraglio – è una delle lezioni più importanti apprese durante la sua recente esplorazione antartica. Devo avvertire i miei compatrioti che è finito il tempo in cui potevamo rifugiarci nel nostro isolamento e fare affidamento sulla certezza che le distanze, gli oceani e i poli erano una garanzia di sicurezza”.
The Secret Land del 1948 è un documentario prodotto dalla Marina degli Stati Uniti sull’ Operazione Highjump e mostra le riprese girate sul posto durante l’operazione insieme ad altre scene ricostruite. Vinse l’ Oscar come miglior documentario.
L’8 dicembre 1954 Byrd in un programma televisivo Longines Chronoscope venne intervistato da Larry LeSueur e Kenneth Crawford sui suoi viaggi in Antartide. Affermò che l’Antartide in futuro sarebbe diventato il posto più importante al mondo per la scienza.
Da parte tedesca l’ammiraglio Karl Donitz, è il protagonista di una storia poco
conosciuta della Germania nazista, una avventura durata tanti anni,
sopravvissuta alla fine del nazismo. Nel 1938 la Germania nazista inviò una
spedizione in Antartide, con lo scopo di individuare eventuali siti per una
possibile base e per avanzare rivendicazioni formali in nome del terzo Reich.
Per preparare i componenti della missione fu convocato proprio il grande
esploratore americano sopracitato Richard E. Byrd che rifiutò la missione di
istruire gli uomini su quello che dovevano aspettarsi. L’anno seguente, un mese
dopo l’inizio delle ostilità in Europa, i tedeschi ritornarono in Neuschwabenland – Nuova Svevia per finire quello che avevano iniziato.
Secondo il parere di molti vi era una base in costruzione. Nove anni più tardi
Richard E. Byrd che nel frattempo era diventato ammiraglio della Marina
Militare degli Stati Uniti, venne inviato in Antartide con la più imponente unità
operativa mai organizzata prima per una missione polare. Secondo le parole
dello stesso ammiraglio Byrd, la missione – nome in codice Highjump era
“fondamentalmente di natura militare”. Molti sostengono che l’unità operativa
venne inviata ad eliminare una base segreta nazista nella Terra della Regina
Maud, cui i nazisti avevano dato il nuovo appellativo di.Neuschwabenland e
che non era mai stata esplorata tanto a fondo quanto il resto dell’Antartide. E,
qui è il mistero, dato che, l’ammiraglio Byrd parlò di “oggetti volanti che riuscivano a volare da polo a polo ad incredibili velocità” e data una ben documentata attività dei tedeschi prima, durante e nella fase immediatamente successiva al conflitto, non si può evitare di domandarsi se il mito dei nazisti in Antartide non abbia qualche reale fondamento. In ogni caso, non è forse possibile che l’ Operazione Highjump e le dichiarazioni di Byrd abbiano oscurato, tramite disinformazione, la realtà delle spedizioni britanniche nella regione, convogliando l’attenzione sulla sua missione e, in tal modo, garantendo che la storia registrasse un’unica misteriosa missione in Antartide?
Quando si cita il mistero relativo all’Antartide alla Gran Bretagna non viene
dedicata niente di più che una nota a piè pagina. Il fatto sorprendente è che forze
britanniche furono attive in Antartide durante tutto il conflitto e, con ogni
probabilità, intrapresero l’iniziativa di contrastare la minaccia nazista in
Antartide già un anno prima che l’
Operazione Highjump avesse inizio. Le attività britanniche in Antartide, per quanto meno documentate e più clandestine,
sono intriganti quanto l’Operazione Highjump. La Gran Bretagna, sebbene
uscita vittoriosa dal conflitto, fu umiliata e mandata in bancarotta dalle due
superpotenze emergenti. Tuttavia si trovò in una posizione tale da riacquistare
una certa fierezza e scompigliare surrettiziamente i propri presunti alleati con l’ultima, decisiva battaglia contro i nazisti sopravvissuti: una battaglia che non sarebbe mai stata ricordata nei libri di storia. Una battaglia che avrebbe reso più
legittime le sue rivendicazioni sul continente. E, ancor più importante, una
battaglia che pose fine alla guerra che la Gran Bretagna era stata costretta a
combattere. La filatelia è un mezzo di comunicazione istituzionale e diplomatico
e l’emissione di francobolli dell’Antartide mostrano una rivendicazione o, solo
una commemorazione?
Il 1° febbraio 1946 una serie di francobolli con l’approvazione di Sua Maestà Reale suscitarono indignazione a livello
internazionale e provocarono una crisi diplomatica nei confronti di una Gran
Bretagna stremata dalla guerra. Gli otto
francobolli in questione commemoravano la rivendicazione britannica sulle Colonie delle isole Falkland,
ma uno di essi raffigurava anche una mappa del territorio dell’Antartide che
ometteva completamente le rivendicazioni del Cile, e gran parte di quelle dell’Argentina. Per quale motivo la Gran Bretagna in un momento di gravi difficoltà per l’economia mondiale provocò una crisi internazionale per un’area del mondo che, in superficie, sembrava del tutto priva di vita?
Molti storici sostengono che l’interesse postbellico della Gran Bretagna si
manifestò data la sua carenza di materie prime, ritenendo l’Antartide una soluzione al problema. I francobolli erano un modo di convalidare le rivendicazioni britanniche. Tale asserzione però, sebbene parzialmente vera, non spiega perché le forze britanniche, nel contesto dell’ Operazione Taberlan, si trovassero sul continente durante la guerra e nell’immediata fase ad essa successiva.