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La lettera delle associazioni Antimafia al Consiglio comunale Comunale congiunto Anzio Nettuno sulla situazione dell’ospedale Riuniti

Grazie al presidente del Consiglio comunale di Anzio Gabriele Federici per aver dato  lettura del nostro documento durante il consiglio comunale congiunto Anzio Nettuno. Rete NoBavaglio, Coordinamento antimafia, Reti di Giustizia.

INTERVENTO IN CONSIGLIO COMUNALE

Egregio Presidente, Signore e Signori Consiglieri,

oggi portiamo davanti a questo Consiglio una realtà drammatica che i cittadini di Anzio e del territorio della ASL Roma 6 vivono quotidianamente sulla loro pelle: un sistema sanitario che sta crollando sotto il peso di disservizi, carenze strutturali e gestioni opache, mettendo seriamente a rischio il diritto alla salute di migliaia di persone.

UN OSPEDALE CHE NON PUÒ CURARE
L’ospedale di Anzio, punto di riferimento per un vasto bacino di utenza, è in uno stato di emergenza permanente. Da oltre sette mesi il reparto di rianimazione è chiuso, con i lavori di ristrutturazione fermi, nonostante i fondi stanziati dal PNRR e dal Giubileo. Questo significa che un paziente in condizioni critiche deve essere trasferito in un altro ospedale, spesso a Roma o Latina, con tempi di intervento che possono fare la differenza tra la vita e la morte.

A questa gravissima mancanza si aggiunge la chiusura del punto nascita, che costringe le partorienti a lunghi spostamenti verso altri ospedali, con rischi altissimi in caso di emergenza. Le donne in travaglio devono affrontare viaggi stressanti e pericolosi per poter partorire in sicurezza, una condizione inaccettabile per un territorio che dovrebbe garantire servizi sanitari di base.

PERSONALE RIDOTTO AL MINIMO E LISTE D’ATTESA INFINITE
La carenza di personale è ormai cronica: medici, infermieri e operatori sanitari sono costretti a turni massacranti, con un sovraccarico di lavoro che compromette la qualità dell’assistenza. In molti reparti mancano specialisti e il numero di infermieri è insufficiente per garantire cure adeguate ai pazienti ricoverati.

Le liste d’attesa per visite specialistiche e interventi chirurgici sono diventate insostenibili. Un cittadino che ha bisogno di una risonanza magnetica o di una visita cardiologica può trovarsi davanti a tempi di attesa di mesi, se non anni, con il risultato che chi può permetterselo si rivolge al privato, mentre chi non ha risorse economiche rischia di vedere la propria salute peggiorare senza possibilità di cure tempestive.

MALA GESTIONE E SPRECHI: IL FALLIMENTO DEL SISTEMA
A rendere ancora più intollerabile questa situazione sono le recenti indagini che hanno coinvolto i vertici della ASL Roma 6, con undici persone sotto inchiesta per presunti reati legati alla gestione delle risorse sanitarie. Mentre i cittadini si vedono negare cure essenziali, assistiamo a sprechi di denaro pubblico, a lavori fermi nonostante i finanziamenti, a una gestione più interessata a logiche di potere che alla salute della comunità.

LE MAFIE ALLA PORTA E IL RISCHIO DI ULTERIORE DEGRADO
In un territorio già fortemente permeato dalla criminalità organizzata, non possiamo permettere che la sanità pubblica diventi un altro settore in mano a logiche clientelari e corruttive. La mancanza di trasparenza e la cattiva gestione aprono la strada a infiltrazioni pericolose, che rischiano di aggravare ulteriormente una situazione già al limite.

BASTA SILENZI: CHIEDIAMO AZIONI IMMEDIATE
Non siamo qui solo per denunciare, ma per chiedere un’azione immediata e concreta da parte delle istituzioni. È necessario:
• Sbloccare immediatamente i lavori di ristrutturazione del reparto di rianimazione per restituire alla cittadinanza un servizio essenziale.
• Riattivare il punto nascita, garantendo personale e strutture adeguate affinché nessuna donna debba affrontare trasferimenti rischiosi per partorire.
• Assumere personale sanitario, stabilizzando i precari e potenziando gli organici per evitare il collasso del sistema.
• Velocizzare le liste d’attesa, affinché nessun cittadino sia costretto a scegliere tra aspettare mesi per una visita o pagare di tasca propria.
• Fare chiarezza sulle indagini in corso, garantendo massima trasparenza nella gestione delle risorse sanitarie e allontanando chiunque abbia abusato del proprio ruolo.

Le nostre associazioni continueranno a vigilare, a denunciare e a sostenere chi lotta per il diritto alla salute e per la legalità. I cittadini meritano risposte e, soprattutto, soluzioni. Il tempo delle promesse è finito: ora servono fatti.

Grazie.

Rete No Bavaglio
Associazione Coordinamento Antimafia Anzio Nettuno
Reti di Giustizia – Il Sociale contro le Mafie

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