Roma. Uno studio della Cgil e della Fillea di Roma e Lazio evidenzia che in questo momento a Roma sono più di 6.300 i cantieri attivi, tra interventi pubblici e privati, nel 64% dei casi si tratta di ristrutturazioni e nel 15% di nuove costruzioni.
«Se da un lato questi numeri raccontano un settore in cui prosegue un trend positivo in termini occupazionali e di ricchezza prodotta, dall’altro rendono evidente la necessità di rafforzare l’attività di prevenzione, di formazione e d’ispezione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. In questa città nove cantieri su dieci sono lavori in appalto, se in quelli pubblici le regole rimaste dopo le modifiche del Governo al codice degli appalti pubblici sono poche, in quelli privati c’è una vera e propria giungla a danno delle lavoratrici e dei lavoratori. Su questo la nostra organizzazione si sta mobilitando a sostegno di quattro referendum sul lavoro, che si voteranno nei prossimi mesi, per restituire tutele e diritti anche a chi lavora negli appalti chiedendo che sia ripristinata la responsabilità in solido delle imprese in caso di infortuni sul lavoro» dichiara Natale Di Cola, Segretario generale Cgil di Roma e Lazio.
«Durante il 2024 nel settore edile del Lazio sono state 14 le persone che hanno perso la vita e 2.297 gli infortuni denunciati, un dato sottostimato perché capita di frequente che gli incidenti non vengano denunciati dagli stessi lavoratori per paura di perdere il posto di lavoro: per fermare questa strage, serve un forte intervento delle istituzioni anche sul piano normativo, inoltre, è fondamentale l’estensione dei protocolli sottoscritti nel 2023, sulle opere del Giubileo e sulla legalità. Occorrono più risorse e controlli dell’Ispettorato di lavoro e dell’Asl oltre l’introduzione del badge di cantiere su tutto il territorio regionale» afferma Diego Piccoli, Segretario generale Fillea Cgil di Roma e Lazio.