Un “mondo a pezzi”, che “calcola tutto”, con “algoritmi”, “logiche fredde e interessi implacabili”; una economia “disumana”, in cui novantanove vale più di uno. Sono i temi che Papa Francesco mette al centro delle meditazioni e delle preghiere da lui preparate per la Via Crucis al Colosseo, che è stata guidata, su sua delega, dal cardinale vicario Baldo Reina. E’ il terzo anno consecutivo che il Pontefice non ha potuto essere presente ma forti sono le sue invocazioni.
“Abbiamo costruito un mondo che funziona così”, “a pezzi”, che “ha bisogno di lacrime sincere, non di circostanza”, scrive il Papa. “Altrimenti si avvera quanto predissero gli apocalittici: non generiamo più nulla e poi tutto crolla”. “Lacrime di ripensamento, di cui non vergognarsi” quindi. La fede, ribadisce, sposta le montagne. L’economia di Dio “non uccide, non scarta, non schiaccia”, è il contrario del “cantiere dell’inferno”.
“La via della croce è tracciata a fondo nella terra: i grandi se ne distaccano, vorrebbero toccare il cielo. Invece il cielo è qui, si è abbassato, lo si incontra persino cadendo, rimanendo a terra. Ci raccontano, i costruttori di Babele, che non si può sbagliare e chi cade è perduto”. Il Pontefice prega per “coloro che si sentono falliti”, per “contestare un’economia che uccide”, per “ridare forza a chi è caduto”, per “chi giace alle frontiere e sente finito il suo viaggio”.
“Il mondo intero cerca un nuovo inizio”, continua il Papa che implora: “Gesù, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato”, “e sarà pace sul tuo popolo e fra tutte le nazioni”. Nelle preghiere di Bergoglio anche la Chiesa che appare oggi “come una veste lacerata”: “Insegnaci a ritessere la nostra fraternità”, ricordando “ci conosci uno a uno, per salvare tutti, tutti, tutti”.
E poi l’importanza del ruolo delle donne nella storia cristiana. “Abbiamo bisogno di chi ci fermi, talvolta, e ci metta sulle spalle qualche pezzo di realtà che va semplicemente portato”, sottolinea Francesco. Che prega “ferma la nostra corsa, Signore”, “quando andiamo per la nostra strada, senza guardare in faccia nessuno”, “quando le notizie non ci commuovono”, “quando le persone diventano numeri”, “quando per ascoltare non c’è mai tempo”, “quando i cambiamenti di programma non sono ammessi”.