HomeAttualitàOspedale Riuniti Anzio Nettuno, il primario di Cardiologia ora sarà ad interim...

Ospedale Riuniti Anzio Nettuno, il primario di Cardiologia ora sarà ad interim con l’ospedale dei Castelli

Negli ultimi mesi, l’Ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno che ha un utenza di 120mila abitanti che raddoppiano in estate, ha subito una serie di ridimensionamenti che stanno sollevando preoccupazioni crescenti tra cittadini, personale sanitario e amministratori locali. La chiusura del punto nascita, la riduzione dei servizi di ortopedia e ora il trasferimento del primario di cardiologia all’Ospedale dei Castelli sono segnali di un progressivo depotenziamento della struttura ospedaliera.

Il punto nascita è stato trasferito all’Ospedale Paolo Colombo di Velletri, lasciando il territorio di Anzio e Nettuno privo di un servizio essenziale per le future mamme. Nonostante l’inaugurazione del nuovo reparto a Velletri, i sindaci di Anzio e Nettuno hanno espresso con forza il loro disappunto, definendo l’operazione uno “scippo” a danno della comunità locale. I numeri delle nascite nel nuovo presidio, inoltre, restano estremamente bassi, sollevando dubbi sull’efficacia dell’intervento e sull’uso delle risorse pubbliche.

Il reparto di ortopedia, nel frattempo, è stato ridotto drasticamente a causa della mancanza di personale medico, rendendo difficile per molti cittadini ricevere cure ortopediche nel proprio territorio. Un disagio crescente che si somma all’impossibilità di affrontare emergenze cardiovascolari in loco.

A fine maggio, con la delibera n. 749/2025, la ASL Roma 6 ha conferito l’incarico ad interim di Direttore della UOC Cardiologia dell’Ospedale dei Castelli al Dott. Natale Di Belardino, fino ad allora primario di Anzio. Un trasferimento che, pur non coincidendo con lo spostamento formale del reparto, depotenzia di fatto la cardiologia ad Anzio.

Mentre i servizi essenziali vengono tagliati, la ASL Roma 6 continua a investire nella realizzazione di nuove strutture con fondi del PNRR, tra cui Anzio. Ma senza medici, infermieri e servizi attivi, il rischio è quello di costruire scatole vuote, cantieri senza cura, muri senza sanità.

Cresce così la percezione che la ASL stia operando più come un’impresa edile che come un’azienda sanitaria, attenta più ai progetti edilizi che alle esigenze reali delle persone. Intanto, la cittadinanza di Anzio e Nettuno si sente abbandonata è pronta a scendere in piazza e chiede alla Regione Lazio un’inversione di rotta chiara: servono servizi, non solo cemento.

DeliberazionedelDirettoreGenerale_749_2025

*Le notizie del quotidiano inliberauscita sono utilizzabili, a condizione di citare espressamente la fonte quotidiano inliberauscita  e l’indirizzo https://inliberauscita.it

 

 

Redazione
Redazionehttp://www.inliberauscita.it
Periodico telematico di informazione fondato il 16 giugno 2011 Registrazione presso il tribunale ordinario di Velletri n°12/2011

Ultime Notizie