Si è svolto con intensa partecipazione e profonda emozione l’evento “Tramonto di Pace”, organizzato dalla Rete NoBavaglio presso il Monumento alla Pace Universale, sulla Riviera Egidi di Nettuno. Un appuntamento simbolico e sentito, in un luogo carico di memoria, per lanciare un appello collettivo contro tutte le guerre e per una cultura della pace: No alla guerra, No al riarmo, no al genocidio del popolo Palestinese. Nel corso dell’iniziativa, i rappresentanti istituzionali presenti hanno espresso parere favorevole alla richiesta della Rete NoBavaglio per il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina dai due comuni di Anzio e Nettuno.
A rappresentare le istituzioni locali sono intervenuti Roberto Alicandri, presidente del Consiglio comunale di Nettuno, e Giovanni Garito, consigliere comunale del Partito Democratico di Anzio. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di una politica che metta al centro la cooperazione e la solidarietà tra i popoli, in un contesto storico segnato da nuovi conflitti, in Ucraina e in Medio oriente, e da un inquietante ritorno alla logica del riarmo.
Importante anche la presenza del mondo ambientalista, con l’intervento di Anna Tomasetti di Legambiente, affiancata da Anna Biscaro, attivista della Rete NoBavaglio, che ha rimarcato il legame profondo tra giustizia ambientale e giustizia sociale. Presente anche una delegazione del circolo Arci Itaca guidata da Andrea Amato.
A moderare l’incontro il giornalista Claudio Pelagallo, che ha guidato il flusso degli interventi con sobrietà e partecipazione. Manuela Irace, attivista per i diritti umani, ha portato un contributo vibrante e appassionato contro il genocidio in corso in Palestina, ricevendo un lungo applauso dai presenti.
Il momento si è chiuso con la lettura di poesie a cura dell’attore Francesco Felicissimo, che ha dato voce al dolore, alla speranza e alla bellezza della pace, accompagnando l’ultimo raggio di sole con parole che hanno toccato il cuore dei partecipanti.
Tra i partecipanti anche l’associazione Carl Sagan. Senza palco né slogan, con musica discreta e interventi brevi, “Tramonto di Pace” ha dimostrato che fermarsi insieme – in silenzio, in ascolto, in presenza – può essere un atto politico e profondamente umano. Un gesto semplice, ma necessario, per dire ancora una volta: la pace non è un’utopia, è una responsabilità collettiva.
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