“Il suicidio Non può essere parte della pena”
“Un altro detenuto si è tolto la vita questa mattina a Rebibbia. Aveva 54 anni ed è il 41esimo suicidio dall’inizio dell’anno nelle carceri italiane. Davanti a questi numeri drammatici, che fotografano un sistema al collasso, non possiamo restare in silenzio. Il carcere non può diventare una condanna a morte. Ogni suicidio è una sconfitta per lo Stato e per le istituzioni tutte.” – Lo dichiara Emanuela Droghei, consigliera regionale del Partito Democratico, commentando la notizia del suicidio avvenuto oggi nella casa circondariale di Roma Rebibbia. Da tempo – aggiunge Droghei – denunciamo un sovraffollamento intollerabile, come dimostrano i dati di Rebibbia: 1.565 detenuti a fronte di una capienza di poco più di mille posti. E insieme al dramma dei suicidi tra i detenuti, crescono la fatica, lo stress e la disperazione di chi lavora negli istituti penitenziari, con turni massacranti e organici insufficienti. Non servono annunci generici o passerelle istituzionali: servono riforme vere, assunzioni di personale, investimenti per garantire dignità, diritti, percorsi di reinserimento e assistenza psicologica adeguata.”
Chiedo al governo Meloni e al ministro Nordio di affrontare questa emergenza con serietà. Ogni vita che si spegne dietro le sbarre è un fallimento della politica. Non possiamo accettare che il suicidio diventi parte della pena da scontare.”