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Ospedale Riuniti senza medici: la politica tace, mentre si annunciano cantieri i reparti restano vuoti

Lettera. Riceviamo e pubblichiamo

Da un anno all’ospedale di Anzio manca il personale più indispensabile: ortopedici e ginecologi sono praticamente scomparsi dal quadro medico. Ma niente paura, l’ASL Roma 6 ha un piano infallibile: annunciare grandi lavori di ristrutturazione e ammodernamento strutturale. Peccato che, senza medici, le corsie rimangano vuote come un deserto.

La chicca? Il punto nascita, cuore pulsante di ogni ospedale che si rispetti, è stato chiuso. Già, proprio quello. Così le future mamme di Anzio devono organizzarsi per partorire altrove, magari facendosi un bel viaggio – che fa anche bene, dicono.

Intanto, l’ASL Roma 6 si vanta di investire in nuove sale, nuovi reparti, nuovi spazi… ma dimentica un piccolo dettaglio: i medici.
Nel frattempo, la politica locale e regionale rimane stranamente silenziosa, come se l’ospedale di Anzio fosse un problema risolvibile con il mutismo più totale. A peggiorare la situazione, il nuovo direttore generale dell’ASL Roma 6 al suo primo incarico come direttore di una ASL. Insomma, un manager che sembra più concentrato sui lavori di ristrutturazione che sulla reale qualità della cura.

La verità è che i lavori di ristrutturazione sembrano più una scenografia che un vero investimento sulla qualità dell’assistenza. Nel frattempo, pazienti, famiglie e personale sanitario si arrangiano come possono, con un ospedale che ha più spazi in ristrutturazione che medici in servizio.

Forse la soluzione è semplice: assumere i medici prima di aprire i cantieri. Ma forse è chiedere troppo a chi riesce a far sparire i dottori più velocemente di quanto impieghi a stendere un progetto di ristrutturazione.

E così Anzio si conferma il posto dove si investe in muri, ma si dimentica chi quei muri dovrebbe servire a proteggere.

Giulia S.

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