Si è tenuto a Nettuno “GenerAzione”, l’ultimo dei Tavoli tematici programmati da ARCI Itaca per l’anno sociale 2024-2025; questa volta il focus è stato la condizione giovanile. Un momento di confronto molto partecipato, che ha visto coinvolti un gruppo di giovani tra i 18 e i 35; alcuni attivi in associazioni locali, altri non legati a nessuna realtà organizzata.
Partendo dalla domanda chiave: che cosa caratterizza oggi la situazione giovanile nel nostro territorio?, si è aperto un dialogo sincero, diretto e ricco di spunti, che ha toccato problemi reali, cause profonde e possibili soluzioni. Tra le questioni più sentite è emersa l’indifferenza che molte e molti giovani provano verso la vita pubblica, spesso dovuta a un sistema educativo, istituzionale e, più in generale, sociale, che non ascolta i loro bisogni, generando frustrazione, a sua volta causa di allontanamento e disinteresse rispetto a ciò che è “comune”. Una percezione di marginalizzazione che comincia spesso nella scuola – che non è giudicata adeguata ad accompagnare le giovani e i giovani nelle scelte cruciali del proprio percorso formativo e di inserimento nella vita sociale – ma che prosegue nel mondo del lavoro dove i giovani trovano non solo insufficiente valorizzazione delle loro competenze ma condizioni lavorative che spesso sfociano in vero e proprio sfruttamento.
Anche le organizzazioni della società civile e i partiti non sono “un paese per giovani” e questo spiega l’insufficiente presenza di giovani nelle istituzioni democratiche. La stessa struttura del territorio, il sistema urbanistico, non sono “amici” dei giovani. Cruciale è, infatti, il problema della viabilità e dei trasporti che rende il nostro territorio difficile da vivere senza l’utilizzo dell’auto; problemi che si amplificano nelle aree periferiche, aumentando disgregazione ed emarginazione. Non ci sono spazi di aggregazione che non siano solo di consumo, portando i giovani all’isolamento o, quanto meno, alla non partecipazione nella “community analogica”. Tutto ciò è ancor più aggravato dal rapporto problematico con la tecnologia, che spesso tende a isolare piuttosto che connettere.
Il Tavolo non è stato solo un’occasione per denunciare ciò che non funziona, ma anche per iniziare a costruire insieme delle proposte concrete, cominciando da quella di continuare a lavorare insieme per creare spazi comuni e mettere in moto azioni che coinvolgano sempre più giovani in progetti culturali, sociali e partecipativi.