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Legge di bilancio, Alicandri: Il Governo dei “pallonari”

 

Il Governo dei “pallonari”

In questi giorni è stata presentata la legge di bilancio, quella che una volta veniva chiamata “la finanziaria”, ebbene da quello che è uscito fuori si può dire, senza pericolo di essere smentiti, che il governo Meloni (rigorosamente con la “g” minuscola) e le forze politiche che lo sostengono, non hanno mantenuto nemmeno una promessa fatta in campagna elettorale neanche quest’anno.
Ma andiamo per ordine.
Partiamo dalla Lega e dal collezionista di felpe e frequentatore di sagre Salvini. Per mesi ci hanno sfracassato con urla sguaiate che bisognava a tutti i costi abolire la legge Fornero sulle pensioni, usando toni da bettola di infimo livello. Il risultato? Non solo la legge non l’hanno abolita, ma hanno addirittura aumentato sia l’età per andare in pensione di vecchiaia sia il minimo dei contributi necessari per la pensione anticipata.
Passiamo a Forza Italia e al suo leader Tajani, quello per cui il diritto internazionale “conta fino ad un certo punto”. Coloro che hanno, in modo assurdo e un po’ necrofilo, ancora nel simbolo la dicitura “Berlusconi Presidente” ci hanno scassato i timpani, durante la campagna elettorale, con la litania di voler aumentare tutte le pensioni minime a mille euro (oggi sono di 603 euro). Il risultato? Le pensioni aumenteranno di 3 euro. In pratica non verrà neutralizzato nemmeno l’aumento del costo della vita. Altro che i mille millantati euro.
Dulcis in fundo passiamo al partito che ha ancora la fiamma fascista sul simbolo, Fratelli d’Italia, che poi a dirla tutta si dovrebbe chiamare Parenti d’Italia, visto il modo in cui sistemano ovunque tutti i propri parenti e affini di ogni ordine e grado. La Meloni, una delle due, quella che urlava con gli occhi fuori dalle orbite quando era in opposizione, ed ora taccia tutti gli altri di essere fomentatori d’odio, ha fatto una iconica campagna elettorale, seduta nella sua macchinina, dicendo che le accise sul carburante erano un furto e che lei le avrebbe tolte subito. Il risultato? Anche qui nulla di nulla, anzi avverrà esattamente il contrario, le accise saliranno e quindi il costo della benzina aumenterà. Con buona pace di chi le ha creduto.
Insomma che dire? Oltre ai numerosi scandali di ministre e ministri, che ovviamente non si dimettono manco fossero attaccati alle poltrone col mastice, questo governo non ha mantenuto nemmeno uno straccio di promessa elettorale.
Quindi possiamo senza dubbio affibbiargli il severo ma giusto aggettivo di governo “pallonaro”.
Sulla politica internazionale poi meglio stendere un velo pietoso, siamo diventati gli obbedienti valvassini senza dignità di Trump (vassalli sarebbe un complimento), spaccando un’Europa che mai come ora dovrebbe essere più unita che mai per fronteggiare la mediocrità e l’inaffidabilità di chi ha nelle proprie mani le sorti dell’unico pianeta che abbiamo.
E intanto la Meloni tira a campare, perché come diceva il “divo” Giulio Andreotti, tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia.
Ma prima o poi i nodi verranno al pettine e il castello di carta cadrà con un alito di vento.

Roberto Alicandri

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