Da ben quattro sigle sindacali di Polizia arriva un giudizio durissimo sulla legge di Bilancio del governo Meloni. La nota diffusa da Sap, Coisp, Fsp Polizia e Silp Cgil suona come una sonora bocciatura e non è nemmeno la prima volta che capita in questa legislatura. I sindacati denunciano una disattenzione grave da parte del governo nei confronti delle Forze dell’Ordine, aggiungendo addirittura che molte delle misure contenute sembrano pensate per colpire più che per sostenere. I poliziotti italiani accusano Meloni, Salvini e Tajani di colpirli anzichè sostenerli, niente male per un governo che aveva promesso più sicurezza per tutti e che si riempie la bocca di retorica sul sostegno alle Forze dell’Ordine. Come fanno notare oggi le quattro sigle, “agli agenti toccherà andare in pensione tre mesi dopo nel 2026 e 4 mesi dopo nel 2027, arrangiarsi con le risorse economiche esistenti e continuare a fare i salti mortali per coprire un buco di organico che a fine 2024 ha superato le 11 mila unità, come certificano i documenti dello stesso Viminale e con buona pace delle dichiarazioni del ministro Piantedosi. “Una voragine che si allarga mentre si chiedono sempre più sacrifici a chi è rimasto in servizio”, aggiungono i segretari, secondo cui “anche sul fronte economico siamo preoccupati da quello che appare un disinteresse: nessun stanziamento per la ‘specificità’ della nostra professione, per il contratto dell’area dirigenziale e per la previdenza complementare/dedicata, quanto mai necessaria.
Non è questo il modo di trattare e considerare chi, portando una divisa, cerca quotidianamente, tra mille difficoltà e con spirito di sacrificio, di garantire sicurezza e benessere per tutta la comunità. Siamo fortemente amareggiati”, concludono. Un’altra promessa non mantenuta dal governo Meloni sulla sicurezza, visto anche che ormai da due anni tutti i dati dicono che i pericoli per i cittadini sono in aumento.


