Il progetto spiegano le consigliere Serena De Lucia e Oriana Ventura sottolinea l’importanza dell’impegno della collettività sulla violenza di genere.
Le notizie ormai quotidiane legate alla violenza di genere descrivono una società che tutt’oggi è permeata di pregiudizi difficili da sradicare; contrastarla non è più una scelta ma una responsabilità collettiva.
Lo stereotipo di genere permea ancora il sentire comune, il nostro linguaggio e spesso anche alcune delle nuove forme di comunicazione; essa non delinea esclusivamente contesti di degrado e subcultura, anzi, il più delle volte la violenza si manifesta in ambienti socio culturali insospettabili, evidenziando come questo fenomeno oltrepassi le tradizionali barriere. È un nemico insidioso e invisibile che può colpire tutti, più o meno consapevolmente e oggi, purtroppo, sembra esserci una preoccupante regressione su questo tema.
È opportuno promuovere ogni azione tesa a rendere fattiva una reale uguaglianza ed è fondamentale battersi in ogni modo percorribile. Per determinare un vero cambiamento culturale si deve puntare sulla prevenzione e sulla educazione.
Il progetto “ Mia madre, mia figlia, mia sorella”, parte da queste considerazioni e, dopo essere stato presentato nelle Commissioni Cultura, Istruzione e Servizi Sociali , finalmente è diventato realtà, grazie alla giunta Lo Fazio che ha approvato con delibera, all’interno dei “Percorsi di legalità”, le iniziative che saranno al centro della settimana di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, a partire dal 24 Novembre prossimo .
Definire i generi significa limitarli in una categoria, negando vissuti e autenticità; alla luce di questo, è indispensabile organizzare incontri e spazi di dibattito focalizzati sul consenso, sulla gestione del rifiuto, sulla parità di genere. Sono imprescindibili, per un cambiamento culturale, percorsi educativi eterogenei che diano spazio all’ascolto, al sostegno e all’accoglienza, promuovendo il superamento di tutti quegli atteggiamenti che derivano dalla cultura del possesso e da una concezione ormai intollerabile della donna, che rivendica il proprio diritto all’autodeterminazione.
Si deve e si può invertire la rotta.
Per tale motivo, le consigliere Serena De Lucia (PD) e Oriana Ventura (Lavinio con Anzio), hanno creduto, voluto e pensato il Progetto “Mia madre, mia figlia, mia sorella”
Il silenzio non fa più rumore ed è ora che se ne faccia su queto tema, le cui vittime, dall’inizio del 2025 sono ad oggi, 28/10/2025, ben 82 e addirittura sono 62 i tentati femminicidi.
Si deve dar voce al dissenso e alla necessità di cambiare, attraverso un approccio diverso che non può limitarsi alla formazione ma deve essere rivolto a promuovere un reale cambiamento di mentalità che si fondi su valori comuni e non sugli stereotipi di genere .
“Mia madre, mia figlia, mia sorella” apre la strada ad un percorso che vedrà l’amministrazione comunale garantire iniziative, eventi, convegni, laboratori, spazi di confronto e di crescita sociale e culturale per sostenere la parità e l’uguaglianza di genere.
Ringraziamo tutti i consiglieri, gli assessori e il Sindaco che con il loro indispensabile apporto hanno reso realizzabile tutto questo.


