mercoledì, 19 Novembre , 2025
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Sanità, la Regione Lazio accusata di truccare i dati sulle liste d’attesa

 

Oltre a presidente della Regione Lazio Rocca sotto accusa anche il ministero della Salute, che non renderebbe noti i dati veri, in base ai quali l’88% delle prestazioni che la Regione vanta di proporre al cittadino “entro i tempi di garanzia”, in realtà verrebbero rifiutate dai cittadini perché da effettuare in strutture troppo lontane.

Ha fatto scalpore nel Lazio  l’articolo de Il Fatto Quotidiano che accusa la Regione di truccare i dati sulle liste d’attesa. Secondo l’articolo del 15 novembre, quel “96%” di prestazioni erogate nei tempi giusti vantati dal Lazio, sarebbero in realtà solo il 12%, perché “l’88% dei pazienti che rifiuta la prima proposta di visita, scegliendo strutture più vicine ma con attese più lunghe, infatti, scompare dalle statistiche”.

La chiave di tutto il sistema starebbe, spiega il Fatto, “nell’ambito di garanzia, l’area geografica entro cui il servizio sanitario regionale deve erogare le prestazioni nei tempi previsti dalle norme nazionali. Nel Lazio, diversamente dalle altre regioni, coincide con l’intero territorio regionale e non con la singola Asl”. Questo significa che un paziente di Roma che chiama il Cup per una visita cardiologica urgente potrebbe sentirsi dire che la visita è disponibile, ma a in provincia Frosinone o Latina. E se rifiuta impossibilitato a raggiungere la sede proposta, magari perché anziano e senza macchina, viene comunque considerata una prestazione garantita nei tempi giusti d’attesa, perché tecnicamente è stato il paziente a rifiutarla. In pratica, di quel 96% di visite nei tempi giusti vantati dalla Regione solo il 12% sarebbe realmente erogato.

Il Fatto Quotidiano punta il dito anche contro il ministero, che pur in possessore dei dati veri, non ne darebbe conto su richiesta della Regione e per evitare lo scontro. “La Regione Lazio, contattata per un commento, non ha fornito risposta”, conclude l’articolo.

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