Aumenta il numero di minicar in circolazione nelle nostre città (soprattutto nella Capitale) anche perché sembrano garantire maggiore sicurezza rispetto ai motocicli: ma è davvero così?
Roma– “Molti genitori preferiscono acquistare ai figli adolescenti una minicar al posto del classico ciclomotore, ma siamo davvero certi che siano più al sicuro a bordo di un quadriciclo?”. E’ quanto si chiede Raffaele Caracciolo, esperto di automotive dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando la diffusione nel nostro Paese (e soprattutto nella Capitale) delle automobili con cilindrata 50, guidabili senza l’obbligo di patente.
“E’ soprattutto a Roma che è evidente la controtendenza rispetto al mercato nazionale -afferma Caracciolo- se, infatti, generalmente, nel resto d’Italia la maggiore percentuale di utilizzatori di quadricicli è rappresentata da un’utenza matura, nella Capitale il rapporto cambia: il profilo dell’acquirente tipo è quello del giovane, per lo più minorenne, appartenente a famiglie con capacità di spesa medio alta che preferiscono la minicar al ciclomotore, considerandola più sicura e stabile di un veicolo a due ruote, anche grazie alla presenza di un abitacolo protettivo. Quello però che molti dimenticano è che spesso i giovani guidatori sono del tutto inesperti alla guida e possono essere pericolosi per se stessi e per gli altri: per questo motivo il rilascio del patentino ai minorenni dovrebbe verificare in profondità la conoscenza del codice e della segnaletica, con iniziative scolastiche specificatamente orientate al corretto comportamento alla guida, contribuendo così a farne i buoni guidatori di domani”.
“Non dobbiamo sottovalutare un altro dato -aggiunge l’esperto- il 35% degli incidenti delle minicar non coinvolgono altri mezzi e sono dovuti principalmente a comportamenti alla guida disinvolti, in alcuni casi, ma anche eccessivamente guardinghi, in altri. Aumentare la sicurezza passiva delle minicar, allineando i requisiti di omologazione di resistenza agli urti (crash test), metterebbe in pace le coscienze, ma non risolve il problema di fondo. Sarebbe più utile, invece, negare l’omologazione e la commercializzazione ai veicoli che rispettano i limiti di velocità massima mediante appendici facilmente rimovibili dopo l’acquisto per incrementare facilmente le prestazioni; inoltre, si dovrebbe controllare severamente la commercializzazione e l’esecuzione del tuning meccanico, la fornitura e l’installazione di apparati audio di grande potenza che dovrebbero poter essere utilizzati solo a veicolo fermo per non distrarre chi guida. Una maggiore severità nei confronti dei trasgressori, poi, disincentiverebbe ai comportamenti scorretti; così come andrebbe vietato l’uso di mezzi a motore a persone cui è stata ritirata la patente di guida per esaurimento punti o in seguito a provvedimenti dell’autorità giudiziaria”.